Il mio percorso in Germania

Ciao a tutti e buon anno!

Ho deciso di iniziare il 2016 aggiornando finalmente il blog e descrivendo perché ho scelto di specializzarmi in Germania!
La decisione di partire per l’estero è avvenuta nel 2012, durante la richiesta della tesi: dato che il professore sapeva che non avevo “Santi in paradiso” decise di affidarmi ad un suo assistente per l’elaborazione della tesi. In soldoni, ciò significava “Ok, fra qualche mese ti laurei, ma non entrerai mai qui in specializzazione”. Da quel momento, cominciai a pensare a varie alternative: provare in altre sedi (c’era ancora il vecchio concorso di accesso) o andare all’estero!

Mi laureai, mi abilitai e tentai sia il concorso di accesso “preconcorso nazionale” che il concorso MMG, ma durante quei mesi maturai l’idea che, se non fossi entrato in Italia, la meta migliore che potessi scegliere sarebbe stata la Germania. Parlando con diversi colleghi che avevano vissuto e studiato lì, mi dissero che la lingua è difficile ma è alla base di tutto. Però ovunque avessero lavorato avevano trovato colleghi e pazienti civili, un alto livello di meritocrazia e di welfare. I tedeschi non regalano niente, ma l’impegno, la determinazione e la volontà erano premiate e ciò che sarei riuscito ad ottenere non me lo avrebbe tolto nessuno. E così ho deciso di partire.

Ho iniziato a studiare la lingua come fanno tutti: Assimil e lezioni private. Poi il Goethe Institut di Palermo ad un prezzo abbordabile (520 euro).
Studiare in compagnia è importante, perché dimezzi l’ansia delle aspettative e conosci gente con problematiche simili. Anche perché c’è chi studiava il tedesco per amore, chi per lavorare in un’azienda, chi per scappare da una situazione lavorativa fallimentare. Dopo sei mesi al Goethe Istitut ho raggiunto il livello A2.
Il 28 giugno 2014 mi trasferii a Düsseldorf, per continuare lo studio del tedesco. A settembre 2014 ho fatto l’esame del B1, a dicembre quello del B2 e a gennaio 2015 ho finito l’intero corso, arrivando al livello C1, ma senza fare l’esame per avere il Certificato per mancanza di tempo, in quanto avevo trovato un tirocinio retribuito (vitto + alloggio) di tre mesi in un ospedale della Vestfalia.

Mentre studiavo tedesco in Italia, avevo preparato tutti i documenti che mi potevano servire, tra cui:
– Curriculum
– Certificato di Abilitazione medica italiana
– Certificato o Diploma di Laurea
– Estratto di nascita
– Certificato di Maturità
– Libretto sanitario

Dopo aver ottenuto il B2 e aver ricevuto la proposta del tirocinio di cui sopra, ho traslocato a casa di parenti che abitavano in zona (fino a quel momento vivevo in un appartamento datomi dal Goethe Institut), ho preso la residenza tedesca e ho inoltrato la domanda per la deutsche Approbation (l’Abilitazione medica tedesca) a Detmold, che è sotto la giurisdizione dell’Ärztekammer (Ordine dei Medici) di Münster.
Per inoltrare la domanda erano necessari:

Currirulum (tradotto)
Certificato di Abilitazione medica italiana (ho consegnato una copia certificata fatta in Germania, non l’originale) + traduzione della stessa da parte di un traduttore giurato scelto da un elenco datomi dall’Ordine
Diploma di laurea (in copia certificata) + traduzione della stessa
Certificato di Lingua B2 (in copia certificata)
Promessa di assunzione (me lo fece il primario dell’ospedale in cui avrei fatto il tirocinio)
Certificato di sana e robusta costituzione (fatta da un medico del luogo in cui vivevo)
Certificato dei Carichi pendenti italiano (non deve essere più vecchio di tre mesi) (copia certificata) + traduzione
Certificato dei Carichi pendenti tedesco (redattomi dal comune di residenza tedesco)
– il Good Standing (si chiede al ministero della Salute, non deve essere più vecchio di 3 mesi)(copia certificata) + traduzione
l’Attestato di Conformità (si chiede al ministero della Salute)(copia certificata) + traduzione

Qui trovate l’elenco completo dei documenti richiesti dall’Ärztekammer di Münster:

https://www.bezreg-muenster.de/de/gesundheit_und_soziales/approbationen_und_berufserlaubnisse/approbation_nrw/koeln/arzt/approbation/index.html?fbclid=IwAR2n6l8SkW3RDpjLIAHpi0c5QXh5NUioprZn19gLqu3PrL7WQdlpjqVrmSc

In ogni caso, se c’è qualche problema con un qualche documento vi contattano tempestivamente .

C’è un ultimo ostacolo da superare: il Fachsprachprüfung, una prova di abilità linguistica.
Se tutti i documenti saranno a posto, vi contatteranno dalla provincia (nel mio caso fu Detmold) per decidere quando fare questo esame. Dato che le domande inoltrate sono numerosissime, anche se ho consegnato tutto il malloppo entro fine gennaio, la prima data utile per sostenere il suddetto colloquio era a maggio.

A febbraio 2015 ho iniziato il tirocinio in un reparto di Unfallchirurgie di un ospedale privato cattolico. Lì ho passato i tre mesi più formativi che abbia mai vissuto: ho imparato a mettere i punti, mettere gli accessi venosi, prelievi…insomma i cosiddetti “fondamentali”. Ho fatto da secondo assistente in alcune operazioni di sostituzioni di anca, protesi articolari, artroscopie di spalla, ginocchio e gomito e l’ultimo mese persino qualche operazione da primo operatore: roba piccola, intendiamoci, ma è per farvi capire la mentalità e il tipo rapporto fra maestro e allievo che c’è “al di là della Alpi”! E’ stato quindi un tirocinio prettamente “pratico”.

Finito il tirocinio, ho sostenuto il famigerato “Esame di abilità linguistica”.
Questo test, che si svolge davanti a due professori/medici e un segretario, è costituito da tre parti:

1) Colloquio Medico-Paziente: uno dei medici presenti recita la parte del “paziente” e, solamente parlando, bisogna redigere un’anamnesi accurata (nome, cognome, peso, stato civile…). In questa fase si possono prendere appunti.
2) Scrivere la cartella clinica: dopo la “visita” vi mettono in una stanza a parte e con gli appunti che avete preso dovete redigere la cartella. Fanno notare che bisogna compilarla con frasi intere, non dobbiamo usare “parole chiave” (nella realtà clinica, tutti usano parole chiave e abbreviazioni..ma vabbè). Qua potete trovare un modello della cartella clinica:

Muster Anamnesebogen zur Fachsprachprüfung

3) Colloquio Medico-Medico: si ritorna nella stanza precedente e si presenta il caso clinico all’altro professore/medico.
4) Traduzione dei termini medici dal tedesco medico/latino allo “slang” usato dai pazienti: ho saputo di questa parte aggiuntiva una settimana prima dell’esame e ho cercato tramite l’aiuto di internet di ovviare a questa mancanza (come vi avevo già accennato, durante il tirocinio mi ero focalizzato più sulle attività pratiche che su quelle linguistiche).

Per farla breve, non ho superato l’esame in quanto “avevo ancora problemi con il tedesco”. Poco dopo mi hanno fatto sapere da Detmold che la prima data in cui avrei potuto sostenere l’esame sarebbe stata a settembre. Dopo il normale ma breve momento di sconforto, ho deciso di tornare al Goethe Institut di Duesseldorf dove a giugno 2015 ho ottenuto il certificato di lingua C1, a luglio ho sostenuto un corso di Fonetica e ad agosto ho frequentato un conciso ma efficace corso di tedesco medico.
Nel mentre ho trovato e ottenuto per il mese di settembre un altro tirocinio (NON retribuito) in un altro ospedale. Ho parlato con il primario e il vice primario e ho spiegato loro la mia situazione. Dato che l’esame sarebbe stato a fine mese, mi era più utile stare al pronto soccorso a parlare con i pazienti e compilare cartelle cliniche piuttosto che stare giornate intere in sala operatorie che, sì è bello, ma non utile ai fini dell’esame. Avendo nel frattempo conosciuto alcuni amici che abitavano in Baviera ho presentato la richiesta a Würzburg, in Franconia, dove non era presente questo esame di selezione. I documenti richiesti erano gli stessi di quelli della Vestfalia, con in più:

  • la Fedina Penale italiana (copia certificata) + traduzione , al posto del Certificato dei Carichi Pendenti
  • un nuovo Good Standing (copia certificata) + traduzione
  • l’Einstellungszusage (in italiano “lettera di intenti”, “promessa di assunzione” o “pre-contratto) o, in alternativa, il contratto di lavoro vero e proprio.

Il problema qua è proprio quest’ultimo: mentre in Vestfalia la lettera di intenti la sottoscrivono e danno il primo giorno di tirocinio (almeno fu così per me), in Franconia viene redatta solo se qualche ospedale decide di assumerti.

Qui iniziò la fase del “Inviare Lebenslauf a tempesta” in tutta la Franconia. Ho usato questo sito per la ricerca degli ospedali: http://www.deutsches-krankenhaus-verzeichnis.de . Dopodiché ho cominciato a togliere alcuni ospedali dalla lista che avevo creato: cercavo aziende ospedaliere che avessero almeno un reparto di Chirurgia Generale, quindi dall’elenco venivano cestinati i centri di riabilitazione e i centri psichiatrici, tanto per fare un esempio.
Fatto ciò, controllai i rimanenti ospedali uno ad uno: se c’era un reparto di Chirurgia e/o di Ortopedia e Traumatologia, mi scrivevo il nome del primario, del capo del personale e l’indirizzo della struttura e inviavo loro per posta la mia Bewerbungsmappe (cioè un plico contenente il mio CV, lettera di motivazione, certificati di lingua e dei corsi che avevo seguito). Molte volte si poteva caricare Online i propri documenti, invece se non riuscivo a trovare alcun contatto mandavo il plico direttamente all’ospedale. Alla fine, fra plichi inviati per posta e per email e caricamenti online, avrò mandato una cinquantina di richieste.

Dopo un paio di settimane di attesa mi sono arrivate le prime risposte. I colloqui che ho sostenuto erano in stile molto “anglo/americano”: grandi sorrisi, ti mettono a proprio agio, ti chiedono di tutto (hobby, squadre del cuore, figli), ti fanno fare un giro dell’ospedale, ti presentano allo staff. In sostanza, vogliono solo capire se colui che hanno davanti non sia uno stronzo e che abbia determinazione e voglia di lavorare.
Alla fine ho scelto un ospedale che mi poteva garantire di avere un’ottima formazione e diventare un ottimo professionista. Il che era l’obiettivo che mi ero prefissato fin dall’inizio.

Rileggendo tutto ciò che ho scritto, devo ammettere che tutto il percorso non è stato per niente facile: mesi lontani da casa, delusioni professionali e private, soldi spesi. Sarei un vero idiota se non dicessi che, senza il sostegno della mia famiglia italiana e tedesca e di tutti i miei amici, non ce l’avrei mai fatta. I periodi di solitudine non mancano e quando si è soli non si smette mai di pensare “e se…?”.

Il consiglio che do a tutti è che, se si ha un obiettivo, bisogna seguirlo fino in fondo con determinazione, volontà e tanta pazienza…alla fine i risultati arrivano. E io ne sono un esempio vivente! 😀

Se avete bisogno di consigli o altro, non esitate a contattarmi.
A presto e in bocca al lupo a tutti!!

Gian Marco