Informazioni su Gian Marco

Medico, specializzando in Ortopedia e Traumatologia

Nuovo inizio: altro giro, altra corsa

In primo piano

Ciao a tutti! Spero stiate tutti bene! È passato davvero tanto tempo da quando ho scritto il mio ultimo post di aggiornamento e mi scuso per questa lunga assenza. Come molti di voi sapranno, il mio tempo è stato estremamente limitato ultimamente, ma finalmente sono qui per riprendere il filo del discorso.

Negli ultimi quattro anni ho lavorato presso l’ospedale di Ibbenbüren, ma di recente mi sono trasferito in un’altra struttura ospedaliera. Vi starete chiedendo perché. Semplicemente perché nel mio precedente ospedale non mi hanno rinnovato il contratto per ragioni economiche. È stato chiarito che avrebbero potuto assumere tre colleghi extraeuropei con il mio stipendio. È una situazione che non è nuova purtroppo. Le aziende ospedaliere tedesche tendono ad accettare più facilmente colleghi provenienti da paesi come la Siria, il Cile o altre zone considerate “critiche”, in quanto ciò comporta grandi vantaggi fiscali.

In aggiunta, la Germania è attualmente in una fase di recessione economica, che si traduce in tagli al personale in vari settori, compreso quello sanitario. Tuttavia, vista la grave carenza di medici in tutto il paese e considerando l’atmosfera che si respirava nella mia precedente clinica, sono stato fortunato a trovare rapidamente un’altra opportunità lavorativa.

Il nuovo ospedale in cui mi trovo ora è anche più vicino a casa mia, il che è un grande vantaggio. Mi sto adattando bene e finalmente sto portando a termine il mio percorso di specializzazione. Sono grato per questa nuova opportunità e sono fiducioso nel mio futuro qui.

Grazie a tutti per il vostro sostegno e la vostra comprensione durante questo periodo di transizione. Continuerò a tenermi in contatto e a condividere con voi le mie esperienze e riflessioni. Se avete domande o commenti, non esitate a scrivermi!

Gian Marco

Perché ci sono così tanti medici italiani in Germania?

In primo piano

Questa è la trascrizione della mio intervento e quello della dottoressa Maria Brigadeci sul podcast “Cosmo Italiano” della WDR del 15 febbraio 2024.

Medici italiani in fuga

Secondo «Quotidiano Sanità», che ha elaborato dati del database Ocse, sarebbero 130.000 i medici Italiani che negli ultimi 20 anni hanno preferito recarsi all’estero. Non vengono indicati quanti di questi siano poi tornati in Italia o andati in pensione, ma sono comunque numeri importanti che raccontano un fenomeno di ampia portata.

Difficile dire con precisione quanti di questi 130.000 siano venuti in Germania, perché la Germania non ha comunicato i dati dettagliati all’Ocse. Tuttavia, secondo alcune stime di «Quotidiano Sanità», la Germania sarebbe comunque uno dei Paesi in cima alle preferenze, dopo Francia e Belgio.

Gli italiani guardano ai Paesi arabi

Stando a quanto scrive il «Sole24ore» negli ultimi cinque anni, l’Unione Medica Euro Mediterranea avrebbe raccolto migliaia richieste di italiani che desiderano lavorare in un paese del Golfo. Solo nei primi 6 mesi del 2023 ci sarebbero state 850 richieste di medici stanchi del sistema sanitario italiano. Si tratta di un fenomeno che si allarga anche alle altre professioni sanitarie, inclusi infermieri e fisioterapisti e che denota la profonda crisi in cui versa attualmente il sistema sanitario italiano.

Le motivazioni

Le motivazioni che spingono a lasciare l’Italia sono diverse: la ricerca di una migliore qualità della vita, una maggiore soddisfazione professionale, in generale la possibilità di lavorare in un sistema sanitario più attrezzato, sicuro e sul quale ci sono maggiori investimenti. Persino la troppa burocrazia è una motivazione che spinge a lasciare l’Italia. Naturalmente anche lo stipendio, che in alcuni casi può raddoppiare rispetto alle offerte italiane.

Secondo il Rapporto 2023 sugli stipendi di Medscape, portale che segue l’andamento della professione medica, lo stipendio iniziale medio lordo per un medico in Germania si aggira attorno ai 150.000 euro all’anno. In Italia, è meno della metà: 64.000 euro. Proprio in questi giorni l’Espresso ha pubblicato un articolo in cui viene denunciata la situazione di medici Italiani specializzandi, pagati come “braccianti” anche 5 euro all’ora. I giovani medici verrebbero sfruttati come manodopera a basso costo, soprattutto in chirurgia, con turni fino a 12 ore al giorno 6 giorni su 7, per guadagnare appena 1.650 euro lordi al mese.

La crisi del sistema sanitario tedesco

Attualmente il sistema sanitario tedesco attraversa anch’esso una profonda crisi. Nelle scorse settimane si sono tenuti scioperi che hanno coinvolto le cliniche universitarie di diverse città tedesche, e proprio oggi (13.02.2024) è partito un altro sciopero di avvertimento nelle cliniche di Magdeburgo e Gießen, per il rinnovo del contratto di lavoro di infermieri e personale sanitario. Uno dei principali problemi resta la carenza di organico. Per quel che riguarda i medici, fino a qualche anno fa, la mancanza di personale veniva colmata da professionisti provenienti dall’estero. Nell’arco di dieci anni, tra il 2012 e il 2022 la presenza di medici stranieri in Germania è quasi raddoppiata: da 28.312 a 59.883. Di questi, tenendo conto i dati dell’ultimo anno a disposizione, oltre 23.000 arrivano da Paesi dell’UE.

Quanti sono i medici italiani in Germania?

Secondo i dati comunicati a COSMO ITALIANO dalla Bundesärztekammer, l’Associazione medica tedesca, i medici Italiani nel 2022 erano 1.637. I nuovi arrivi nel 2022 erano 93. Il numero sta calando. Dalla pandemia in poi, infatti, l’afflusso di medici stranieri in Germania è rallentato. Tra il 2021 e il 2022 ci sono stati solo 2.600 medici stranieri in più arrivati in Germania.

Le testimonianze

Gian Marco Rizzutispecializzando in ortopedia e traumatologia ha lavorato presso la Clinica di Ibbenbüren, in Nordreno-Vestfalia, e presso l’ospedale Joseph di Warendorf racconta la facilità con cui ha trovato un posto di specializzazione in Germania, rispetto all’Italia. Allo stesso tempo ricorda che anche nelle cliniche tedesche i medici ora sono sempre più spesso costretti a turni di 23/24 ore, eludendo con piccoli accorgimenti sulle pause, i limiti contrattuali. Rizzuti ci racconta la sua storia, dando anche qualche consiglio a chi è interessato all professione medica in Germania.

Secondo Maria Brigadeci, internista e direttrice del Pronto soccorso della clinica Johanniter di Duisburg, la pandemia ha contribuito all’attuale crisi del sistema sanitario tedesco, in particolare alla mancanza di personale: molti medici stranieri sono tornati in patria e si registra una minore affluenza dall’estero. Brigadeci che sta conseguendo la seconda specializzazione in cardiologia, ricorda che allo stesso tempo c’è minore interesse per una professione in cui si lavora a ritmi elevatissimi. Il timore è che anche in Germania il sistema sanitario, proprio per far fronte ai suoi problemi strutturali, segua la strada della privatizzazione.

In Germania mancano i medici

La carenza di medici in Germania è dovuta soprattutto al cambio generazionale. Nel 2021, 130.000 medici hanno lasciato la professione, la maggior parte di loro sono andati in pensione (93.000). Ecco perché il governo federale da tempo ha avviato una campagna che sottolinea «l’urgente bisogno di giovani professionisti del settore medico». Sono particolarmente richiesti i medici generici, soprattutto nei Länder dell’est e nelle zone di campagna, dove i medici di famiglia, al momento di andare in pensione, non trovano chi li sostituisca. Accanto ad abilitazioni più facili per chi proviene dai Paesi europei, il governo tedesco ha avviato anche programmi speciali per medici provenienti da Paesi come Messico e Giordania, con cui sono nate cooperazioni ad hoc. Indispensabile è però la conoscenza minima del tedesco (livello richiesto B2).

Link al podcast: https://www1.wdr.de/radio/cosmo/programm/sendungen/radio-colonia/il-tema/perche-medici-italiani-vengono-in-germania-100.html

Stato dell’arte dei medici italiani all’estero

Questo è il mio articolo pubblicato su “Sanità 24 – il Sole 24 Ore” del 4 Dicembre 2023. E’ stato editato con il titolo «Io, “expat” in Germania in fuga dalla burocrazia, bassi stipendi e aggressioni».

Egregio Direttore,


ho avuto modo di leggere sul suo quotidiano l’intervista al dottor Piracci e l’articolo della dottoressa Gobbi a proposito dei medici che vogliono andare a lavorare all’estero. Sono anch’io “medico ed expat” e vorrei aggiungere alla discussione la mia esperienza di medico italiano in Germania.


Concordo pienamente con il mio collega quando afferma che dal punto di vista qualitativo, il sistema sanitario italiano è uno dei migliori al mondo. Tuttavia, il motivo principale che spinge molti di noi medici a cercare opportunità all’estero è la presenza di una burocrazia obsoleta, retribuzioni insufficienti e prospettive di carriera limitate.


Ogni volta che torno in Sicilia per le vacanze, mi viene detto: “Quando tornerai? In ospedale qui da noi abbiamo un disperato bisogno di medici! “
Queste parole toccano il cuore, e l’istinto a dare una mano alla propria terra natale prevale.


Tuttavia, quando cerco di capire come fare per rientrare, m’imbatto in una realtà frustrante. Ad esempio, nel mio caso ad Agrigento, per avviare un bando di concorso sono necessari diversi anni. Poi, altrettanti anni sono richiesti per valutare le domande e selezionare il candidato vincente, tutto questo per un contratto a tempo determinato. Senza contare i problemi legati all’aggressione al personale sanitario, per i quali ancora mancano i provvedimenti legislativi adeguati.


In Germania, invece, i bandi vengono emessi in pochi giorni, la selezione avviene attraverso colloqui, valutazione dei titoli e del catalogo operatorio. Inoltre, in Germania si offre spesso un contratto a tempo indeterminato, con uno stipendio triplo rispetto agli standard italiani e un elevato livello di sicurezza sul lavoro, che in Italia possiamo solo sognare.


È stato recentemente riportato che nell’ospedale di Sciacca, la mia città natale, le attività d’urgenza nel reparto di Ortopedia sono state sospese, costringendo i pazienti a essere trasferiti nel nosocomio del capoluogo di provincia. Tuttavia, considerando che il primario è responsabile di due strutture, è costretto a lavorare tre giorni alla settimana a Agrigento, esponendosi a rischi come cantieri stradali, incidenti e stress, senza alcuna indennità aggiuntiva.


È importante notare che il territorio del Libero Consorzio di Agrigento conta circa 434.870 abitanti, inclusi i territori di Lampedusa e Linosa, e che l’ospedale di Sciacca è tra i primi dieci ospedali italiani per la sua eccellenza nel trattamento delle fratture del femore, secondo dati Agenas, l’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali. Tutto ciò rende la situazione ancora più paradossale.


La situazione si fa ancora più surreale quando apprendo che la stessa Asp ha assunto medici stranieri a tempo determinato. Senza mettere in discussione le loro competenze professionali, mi chiedo se abbiano dovuto affrontare lo stesso percorso burocratico e linguistico che noi medici expat abbiamo dovuto superare per ottenere l’abilitazione medica.
In Germania, per ottenere la “Deutsche Approbation” (l’abilitazione medica tedesca), è necessario possedere una certificazione linguistica di livello C1 e superare un esame di tedesco medico presso l’ordine dei medici competente. Solo in seguito si può richiedere un colloquio di assunzione in un ospedale tedesco, e per i medici specialisti si parla sempre di contratti a tempo indeterminato.


Inoltre, nuove opportunità si stanno aprendo in paesi come Bahrain, Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che offrono compensi molto allettanti per i medici. Indubbiamente, tali offerte sono strettamente legate alla qualità della vita offerta in quei paesi.
Ciò mette ulteriormente in pericolo il nostro già impoverito Sistema sanitario nazionale poiché potrebbe continuare a perdere preziosi professionisti di fronte a queste allettanti prospettive.


Ritengo che garantire una giusta retribuzione e la sicurezza dei professionisti sanitari sul posto di lavoro, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nella società odierna, sia fondamentale per cercare di contrastare questa emorragia di talenti.


Cordiali saluti,
Gian Marco Rizzuti

Textbausteine Arztbrief – Urologie

Buongiorno a tutti! Questo mese pubblico i fac-simile delle Arztbriefe riguardanti l’Urologia. Non garantisco la completezza o la correttezza dei contenuti!

BOTOX

OP: Transurethrale Injektionsbehandlung der Harnblase mit 100 I.E Botulinumtoxin in Lokalanästhesie am

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgt zur intravesikalen Botulinumtoxinjektion. Wir dürfen auf unseren Bericht aus der ambulanten Sprechstunde verweisen. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den Eingriff komplikationslos durch. Postoperativ klarte der Urin zunehmend auf und DK assoziierte Beschwerden konnten symptomatisch behandelt werden. Nach Sistieren der initialen Hämaturie und Katheterentfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt und nahezu restharnfrei.

Procedere:

Fachurologische- und Restharnkontrolle mit Laborkontrolle.

Symptomadaptierte Wiedervorstellung zur Botulinumtoxin-Reinjektion.

Kolposuspension nach Burch

OP: Transabdominale Kolposuspension nach Burch am

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unseren Bericht aus der Kontinenzsprechstunde verweisen. Aufgrund des jungen Patientenalters und bestehendem Kinderwunsch hatten wir uns auf ein offen-abdominales Vorgehen verständigt. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Der postoperative Verlauf gestaltete sich regelrecht. Das Drainagematerial wurde zeitgerecht entfernt. Nach Entfernung des transurethralen Katheters am 2. postoperativen Tag gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt sowie restharnfrei mit guter Kontinenz. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse.

Procedere: 

Bei Beschwerden ist eine Wiedervorstellung in unserer Kontinenz-Sprechstunde nach Terminvereinbarung möglich.

Das Nahtmaterial ist selbstresorbierbar.

Cortison Schema nach bilateraler Adrenalektomie

Tag 1

200 – 300 mg Hydrocortison i.v. (davon 100 mg als Bolus, den Rest als Perfusor über 24 h kontinuierlich i.v.)

Tag 2

100 mg Hydrocortison/12 h kontinuierlich i.v., abends 20 mg Hydrocortison p.o.

Tag 3 + 4

20 mg – 20 mg – 20 mg Hydrocortison p.o.

Tag 5 + 6

20 mg – 20 mg – 10 mg Hydrocortison p.o. + Fludrokortison/Astonin H 0,1mg p.o. 1xtgl

Tag 7 + 8

20 mg – 10 mg – 10 mg Hydrocortison p.o. + Fludrokortison/Astonin H 0,1mg p.o. 1xtgl

Tag 9 + 10

20 mg – 10 mg – 0 mg Hydrocortison p.o. + Fludrokortison/Astonin H 0,1mg p.o. 1xtgl

Erhaltungsdosis

10 bis 20 mg – 10 mg – 0 mg Hydrocortison p.o.

Nur bei primärer NNR-Insuffizienz: + Fludrocortison/Astonin H 0,1 mg p.o. 1 x tgl.

OP: DJ-Harnleiterschienenentfernung am XXX

Verlauf:

Zur Vorgeschichte verweisen wir auf unseren vorherigen Entlassungsbericht. Die stationäre Aufnahme erfolgte elektiv zum Harnleiterschienen-Auslassversuch. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff problemlos durch. In der sonographischen Kontrolle zeigte sich….

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

OP: DJ Harnleiterschienenwechsel am bei Okklusion

Therapie:

Antibiotische Therapie mit

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit Flankenschmerzen bei okkludierter Harnleiterschiene. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Postinterventionelle Beschwerden konnten symptomatisch behandelt werden. Der Urin klarte im Verlauf allmählich auf. Bei der sonographischen Kontrolle zeigte sich keine wesentliche Pyeloektasie bei korrekt liegender DJ-Ureterschiene.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Wiedervorstellung zum nächsten DJ-Ureterschienenwechsel in 3 Monaten.

OP: DJ-Harnleiterschienenwechsel am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte zum turnusmäßigen DJ-Ureterschienenwechsel. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Postinterventionelle Beschwerden konnten symptomatisch behandelt werden. Der Urin klarte im Verlauf allmählich auf. Bei der sonographischen Kontrolle zeigte sich keine wesentliche Pyeloektasie bei korrekt liegender DJ-Ureterschiene. Pat. wurde beschwerdefrei aus unserer stationären Behandlung in Ihre weitere ambulante Betreuung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Wiedervorstellung zum nächsten DJ-Ureterschienenwechsel in 3 Monaten.

Wir bitten um ambulante Anlage einer Urinkultur vor dem geplanten Eingriff.

OP: Portimplantation durch die Kollegen der Allgemeinchirurgie am

Therapie

Einleitung der 1. von 10 geplanten Gaben der Chemotherapie mit Docetaxel

Verlauf:

Zur Vorgeschichte verweisen wir auf unseren Bericht aus der ambulanten Sprechstunde. Der zwischenzeitliche zahnärztliche Bericht hatte keine Einwände gegen eine osteoprotektive Therapie mit Zoledronsäure erhoben. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik wurde oben genannter Eingriff von den Kollegen der Allgemeinchirurgie komplikationslos durchgeführt. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse. Die Chemotherapie wurde ohne wesentliche Toxizitäten vertragen.

Procedere:

Ambulante Wiedervorstellung zur Laborkontrolle am XXX um XXX und am XXX um 8:45 Uhr zur 2. von 10 geplanten Chemotherapiegaben in der uro-onkologischen Ambulanz des Klinikums auf Ebene 99.

Predisolon 5 mg 1-0-1 muss über die Dauer der gesamten Chemotherapie eingenommen werden. Der Patient hat einen Plan und ein Rezept von der onkologischen Ambulanz erhalten.

Wir bitten um wöchentliche Blutbildkontrollen. Bei Abfall der Leukozyten auf Werte weniger als 1000/µl, des Hb-Wertes auf weniger als 8 g/dl und der Thrombozyten auf Werte weniger als 30 000/µl bzw. bei Auftreten von Fieber oder Blutungszeichen bitten wir um sofortige Wiedervorstellung bzw. Kontaktaufnahme mit unserer Abteilung unter der oben genannten Telefonnummer.

Nach Chemotherapie sollte auf eine ausreichende Trinkmenge (mindestens 1,5 l/24 h) geachtet werden. Bei Auftreten von Übelkeit oder Erbrechen in den Tagen nach der Therapie sollte Metoclopramid (z.B. MCP Tbl  bis 3 x tgl. 30 Min. vor dem Essen) und für 2-3 Tage ein 5HT3-Antagonist (z.B. Ondansetron 8 mg 1-0-1) eingenommen werden. Bei anhaltender Übelkeit, insbesondere bei damit verbundener Nahrungs- und/oder Flüssigkeitsaversion oder Erbrechen (länger als 24 Stunden anhaltend) bitten wir um frühzeitige Kontaktaufnahme mit unserer Abteilung unter der o.a. Telefonnummer. Wir bitten Sie um die prophylaktische Verordnung der genannten Substanzen.

Epididymitis

Therapie:

Antibiotische Therapie mit

Lokal-supportive Maßnahmen

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit einer akuten Schwellung und Schmerzen des Skrotums. Klinisch und dopplersonographisch ergab sich kein Anhalt für eine Hodentorsion, weshalb eine operative Exploration nach ausführlicher Erörterung abgelehnt wurde. Bei fehlender Restharnbildung war die Einlage eines DK oder SPK nicht erforderlich.

Unter körperlicher Schonung, symptomatischer Analgesie und antibiotischer Therapie zeigte sich der Lokalbefund im weiteren Verlauf regredient. In der sonographischen Verlaufskontrolle ergab sich  kein Anhalt für eine Abszedierung.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Fortsetzung der antibiotischen Therapie mit XXX für eine weitere Woche.

Goldmarker

Therapie

Perioperative Antibiose mit Ciprofloxazin

OP: Perineale, sonographisch gesteuerte, Goldmarkerimplantation am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte mit einem lokal begrenzten Prostatakarzinom zur Goldmarkerimplantation vor geplanter perkutaner Radiatio. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Die korrekte Lage wurde röntgenologisch dokumentiert. Postoperative Schmerzen und leichte Blutabgänge zeigten sich im Verlauf rückläufig.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle und Weiterbehandlung in der Strahlentherapeutischen Klinik XY.

Hämorrhagische Zystitis

Therapie:

Antibiotische Therapie mit XXX

Blasendauerspülung

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit Dys- und Pollakisurie sowie einer ausgeprägten Makrohämaturie unter oraler Antikoagulation. Unter Blasendauerspülung und antibiotischer Therapie klarte der Urin zunehmend auf. Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt, sonographisch…

Eine weiterführende Diagnostik mittels Zystoskopie und Abklärung der oberen Harnwege wurde nach eingehender Erörterung im Beisein der Angehörigen nicht erwünscht.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Die orale Antikoagulation kann bei klarem Urin im Verlauf der nächsten Woche wieder begonnen werden. Bis dahin empfehlen wir die Fortführung des “Bridgings” mittels niedermolekularen Heparins.

Hämaturieabklärung bei Blutungsrezidiv im infektfreien Intervall.

OP: Harnröhrenkarunkelresektion und Urethrozystoskopie am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgt bei rezidivierender Genitalblutung aufgrund eines Harnröhrenkarunkels. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. In der anschließenden Zystoskopie zeigte sich ein regelrechter Blasenbinnenbefund. Postoperative genitale Schmierblutungen zeigten sich im weiteren Verlauf rückläufig.

Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt, sonographisch restharnfrei.

Empfehlung:

Fachurologische Kontrolle. Das histologische Ergebnis werden wir umgehend nachreichen.

OP: Perineale Harnröhrenplastik am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte zur Harnröhrenplastik bei rezidivierender Harnröhrenenge. Wir verweisen auf unseren vorhergehenden Bericht. Im retrograden Urethrogramm hatte sich eine bulbäre/penile Harnröhrenenge gezeigt. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse.

Procedere:

Fachurologische Kontrollen.

Ein ambulanter Termin zur DK Entfernung ist für den XXX um XX Uhr in unserer urologischen Ambulanz vorgesehen.

Die folgende SPK Entfernung haben wir für den XXX um XX Uhr terminiert.

Harnverhalt, Überlaufblase, postrenales Nierenversagen

Therapie:

DK/SPK Einlage

Bilanzierung und Flüssigkeitssubstitution

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig aufgrund eines akuten Harnverhaltes. Nach Einlage eines suprapubischen/transurethralen Katheters kam es zu einer passageren Polyurie, welche per infusionem ausgeglichen werden konnte. Bei der sonographischen Kontrolle zeigte sich die initiale Dilatation des Nierenbeckens beidseits rückläufig.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Prästationäre Wiedervorstellung am XXX um XX Uhr zur TUR Prostata am XXX.

OP: Skrotale Freilegung zum Ausschluss einer Hodentorsion am XXX

Therapie:

Antibiotische Therapie mit

Symptomatische Analgesie

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig aufgrund akut aufgetretener Hodenschmerzen. Nach ausführlicher Aufklärung führten wir zum Ausschluss einer Hodentorsion oben genannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Das Nahtmaterial ist selbstresorbierbar.

OP: Inguinale Hodenfreilegung rechts/links mit Ablatio testis und skrotale Biopsie der Gegenseite am

Therapie:

Perioperative Antibiose mit

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte aufgrund eines schmerzlosen Hodentumors. Nach Komplettierung des Stagings und Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Ambulante Wiedervorstellung am XXX zur Besprechung der Histologie und des weiteren Vorgehens.

OP: Hydrozelenresektion rechts/links mit Drainage am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte elektiv aufgrund einer symptomatischen Hydrozele. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Die intraoperativ eingelegte Drainage wurde bei sistierender Sekretion entfernt. Postoperativ kam es zu einer skrotalen Schwellung, die unter antiphlogistischer Therapie rückläufig war. Bei der Wundkontrolle zeigten sich reizlose Verhältnisse. Wir konnten Herrn XXX beschwerdefrei in Ihre weitere ambulante Betreuung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Wundkontrolle.

Das Nahtmaterial ist resorbierbar.

Infekt bei SPK DK

Therapie:

Flüssigkeitssubstitution

Antibiotische Therapie mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit Hämaturie und Unterbauchschmerzen bei liegendem suprapubischem/transurethralem Katheter. Der Katheter wurde noch am Aufnahmetag gewechselt und eine antibiotische Therapie eingeleitet. Unter Spülung klarte der Urin zunehmend auf. Nach Rücksprache mit den Angehörigen wurde aktuell auf eine weiterführende Diagnostik verzichtet.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. SPK Wechsel alle 4 Wochen. Wiedervorstellung zur weiterführenden Diagnostik bei Blutungsrezidiv.

Leistenhoden

OP: Inguinale Orchidolyse und Pexie rechts/links/beidseits am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte aufgrund eines nicht reponiblen Leistenhodens links. Nach ausführlicher Aufklärung führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse und leichte skrotale Schwellung.

Procedere:

Körperliche Schonung.

Das Nahtmaterial ist resorbierbar.

Lymphozele

OP: Lymphozelenpunktion und Drainage rechts/links am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig aufgrund einer Beinschwellung/Leistenschwellung. Wir verweisen auf unseren vorherigen Entlassungsbericht. Die sonographisch dargestellte ausgedehnte Lymphozele rechts/links konnte perkutan drainiert werden. Unter lokaler Doxycyclin Instillation zeigte sich die Sekretionsmenge im weiteren Verlauf zunehmend rückläufig.

Empfehlung:

Fachurologische Kontrolle.

Makrohämaturie konservativ

Therapie:

Blasendauerspülung

Antibiotische Therapie mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte mit einer ausgeprägten Makrohämaturie unter oraler Antikoagulation. Nach Einlage eines Spülkatheters klarte der Urin zunehmend auf.

Nach ausführlicher Erörterung der Therapieoptionen mit der betreuenden Ehefrau soll derzeit auf eine weiterführende Diagnostik mittels Zystoskopie und Abklärung der oberen Harnwege verzichtet werden. Dies kam bei Wiederauftreten im infektfreien Intervall gerne nachgeholt werden.

Die orale Antikoagulation mit Eliquis/Lixiana/Xarelto/Markumar kann bei klarem Urin im Verlauf der nächsten Woche erneut begonnen werden. Bis dahin empfehlen wir die Fortführung des „Bridgings“ mittels niedermolekularen Heparins.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

DK Wechsel alle 4 Wochen.

Wiedervorstellung bei Blutungsrezidiv.

Makrohämaturie Rezidiv

Therapie:

Blasendauerspülung

Antibiotische Therapie mit XXX

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht verweisen. Die notfallmäßige stationäre Aufnahme erfolgte aufgrund eines Hämaturie Rezidives. Unter Blasendauerspülung und antibiotischer Therapie klarte der Urin zunehmend auf. Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt, sonographisch…

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Makrohämaturie Zystoskopie Blasentumor

Therapie:

Antibiotische Therapie

Blasendauerspülung

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte mit einer ausgeprägten Makrohämaturie unter oraler Antikoagulation. Nach Einlage eines Spülkatheters klarte der Urin zunehmend auf.

In der weiterführenden Diagnostik mittels Urethrozystoskopie zeigte sich…

Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt, sonographisch…

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Prästationäre Wiedervorstellung am … zur TUR Blase am ….

Nierenkoliken

Therapie:

Symptomatische Analgesie

Konservative Steintherapie

OP: DJ Harnleiterschienung links/Rechts am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit therapierefraktären Flankenschmerzen. Im CT Abdomen (low dose) wurde ein Ureterstein nachgewiesen. Unter symptomatischer Analgesie und konservativer Steintherapie kam es nicht zu einem spontanen Steinabgang. Nach Erörterung der Therapieoptionen erfolgte eine DJ-Ureterschieneneinlage. Im weiteren Verlauf traten leichtgradige DJ-assoziierte Beschwerden auf, welche symptomatisch behandelt werden konnten. Postinterventionell kam es zur Hämaturie, die im Verlauf rückläufig war.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle mit Sonografie und Laborkontrolle.

Prästationäre Wiedervorstellung am … um … zur URS mit Steinextraktion am

Nierenkoliken spontaner Steinabgang

Therapie:

Symptomatische Analgesie

Konservative Steintherapie

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit therapierefraktären Flankenschmerzen. Im CT Abdomen (low dose) wurde ein Ureterstein nachgewiesen. Unter symptomatischer Analgesie und konservativer Steintherapie kam es zu einem spontanen Steinabgang und der Patient wurde beschwerdefrei. Die sonographische Kontrolle zeigte keine Dilatation des Nierenbeckens mehr.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Steinmetaphylaxe nach Analyse.

Nierenkoteilresektion

OP: Offen lumbale/ Laparoskopische Nierenteilresektion rechts/links am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte zur operativen Behandlung eines Nierentumors. Nach Abschluss der üblichen präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch therapiert werden. Die intraoperativ eingelegte Drainage wurde zeitgerecht entfernt. Es zeigten sich allzeit reizlose Wundverhältnisse. Unter physiotherapeutischer Anleitung führten wir eine Frühmobilisierung durch. Nach Katheterentfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt. Die Histologie wurde ausführlich besprochen. Regelmäßige sonographische und Laborkontrollen verliefen unauffällig und wir konnten Herrn/ Frau XXXX in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle, Laborkontrolle.

„Die orale Antikoagulation mit Eliquis/Lixiana/Xarelto/Marcumar kann bei klarem Urin im Verlauf der nächsten Woche erneut begonnen werden. Bis dahin empfehlen wir die Fortführung des „Bridgings“ mittels niedermolekularen Heparins.“

Perkutane Nephrolithotomie

OP: PCNL (Perkutane Nephrolithotomie) rechts/links am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte mit einem Nierenbeckenstein. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt. In der sonographischen Kontrolle ließ sich eine minimale Ektasie des Nierenbeckens ohne größeres retroperitoneales Hämatom ausmachen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Steinanalyse und Metapylaxe. Ambulante Entfernung der DJ Harnleiterschiene am XXX.

OP: Portimplantation durch die Kollegen der Allgemeinchirurgie am XXX

Therapie:

Einleitung des 1. Von 3 geplanten Zyklen einer Polychemotherapie mit PEB ab dem

Verlauf:

Zur Vorgeschichte verweisen wir auch auf unseren vorangegangenen Bericht. Tonaudiometrie und Lungenfunktionsprüfung hatten einen altersentsprechenden Befund gezeigt. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten die Kollegen der Allgemeinchirurgie die Portimplantation komplikationslos durch. Bei der Wundkontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse. Die Chemotherapie wurde insgesamt gut vertragen ohne wesentliche Nebenwirkungen.

Procedere:

Ambulante Wiedervorstellung zur Bleomycintherapie am XXX in der uro-onkologischen Ambulanz des v. XY Krankenhauses.

Stationäre Wiederaufnahme am XXX zur Einleitung des nächsten Therapiezyklus.

Fädenentfernung an der Portimplantationsstelle am 8. postoperativen Tag.

Wir bitten um wöchentliche Blutbildkontrollen. Bei Abfall der Leukozyten auf Werte weniger als 1000/µl, des Hb-Wertes auf weniger als 8 g/dl und der Thrombozyten auf Werte weniger als 30 000/µl bzw. bei Auftreten von Fieber oder Blutungszeichen bitten wir um sofortige Wiedervorstellung bzw. Kontaktaufnahme mit unserer Abteilung unter der oben genannten Telefonnummer.

Nach Chemotherapie sollte auf eine ausreichende Trinkmenge (mindestens 1,5 l/24 h) geachtet werden. Bei Auftreten von Übelkeit oder Erbrechen in den Tagen nach der Therapie sollte Metoclopramid (z.B. MCP Tbl bis 3 x tgl. 30 Min. vor dem Essen) und für 2-3 Tage ein 5HT3-Antagonist (z.B. Ondansetron 8 mg 1-0-1) eingenommen werden. Bei anhaltender Übelkeit, insbesondere bei damit verbundener Nahrungs- und/oder Flüssigkeitsaversion oder Erbrechen (länger als 24 Stunden anhaltend) bitten wir um frühzeitige Kontaktaufnahme mit unserer Abteilung unter der o.a. Telefonnummer. Wir bitten Sie um die prophylaktische Verordnung der genannten Substanzen.

Prostataadenomenukleation

OP: Offen retropubische Prostataadenomenukleation am

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte elektiv mit zunehmend obstruktiver Miktionssymptomatik und progredienter vesikaler Retention. IPSS ???. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Unter Spülung klarte der Urin zunehmend auf. Postoperative Schmerzen wurden symptomatisch behandelt. Das Naht- und Drainagematerial konnte zeitgerecht entfernt werden. Unter physiotherapeutischer Anleitung führten wir eine Frühmobilisierung durch. Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt, nahezu restharnfrei. In der Wundkontrolle zeigten sich reizlose Verhältnisse.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Prostatastanzbiopsie

Verlauf:

Herr XXXX kam zur geplanten Prostatastanzbiopsie bei Verdacht auf Prostatakarzinom bei unklarer PSA-Erhöhung in unsere stationäre Behandlung. Aufgrund der Vorerkrankungen und der oralen Antikoagulation erfolgt der Eingriff unter stationären Bedingungen. Nach den üblichen Vorbereitungen führten wir den Eingriff komplikationslos durch. Der weitere postoperative Verlauf gestaltete sich regelrecht, Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nachblutungen traten nicht auf und wir konnten Herrn XXXXX in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle, Laborkontrolle.

Antibiotische Therapie mit Cefixim bis Packungsende.

Die orale Antikoagulation mit XXXXXX kann bei klarem Urin im Verlauf der nächsten Woche erneut begonnen werden. Bis dahin empfehlen wir die Fortführung des „Bridgings“ mittels niedermolekularen Heparins.

Prostatitis

Therapie:

Antibiotische Therapie mit…

  • resistenzgerechte Umstellung auf

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit Unterbauchschmerzen, Dysurie, Fieber und Schüttelfrost aufgrund einer akuten Zystoprostatitis. Ein Prostataabszess konnte ausgeschlossen werden. Unter iv Antibiose und symptomatischer Analgesie zeigte sich die Beschwerdesymptomatik im weiteren Verlauf rückläufig. Eine SPK oder DK Ableitung war zwischenzeitlich nicht erforderlich.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle

Fortsetzung der antibiotischen Therapie mit XXX für eine weitere Woche.

PSA-Kontrolle in ca. 4-6 Wochen; bei Persistenz der PSA-Erhöhung ist eine Prostatastanzbiopsie in Erwägung zu ziehen.

Bei Blasenentleerungsstörung Wiedervorstellung zur TUR Prostata am XXX

Urothelkarzinom des Nierenbeckens links (G3) (7 cm) pT4, pN2(3/4), L1, V1, R0, G3

Postoperative temporäre Pankreasfistel

Procedere:

Fachurologische Tumornachsorge.

Leitliniengerecht empfehlen wir die Fortführung der Thromboembolieprophylaxe mit niedermolekularem Heparin für weitere 4 Wochen.

Nach der erfolgten Rehabilitationsmaßnahme soll eine Wiedervorstellung zur Einleitung einer Chemotherapie in unserer urologischen Sprechstunde erfolgen.

Ein Termin hierfür kann jederzeit über unser urologisches Sekretariat vereinbart werden.

Ein Termin zur Knochenszintigraphie wird von Herrn XY selbst vereinbart.

Empfehlung der interdisziplinären Tumorkonferenz vom 08.09.2022:

1) Ergänzung der Ausbreitungsdiagnostik um eine Thorax CT sowie Knochenszintigramm bei frgl. Osteolysen der Rippen (DD cartilaginärer Übergang)

2) Im Falle eines Metastasennachweis ist eine palliativ intendierte Systemtherapie mit 6 Zyklen Gemcitabin/Cisplatin zu empfehlen. Sollten keine Metastasen nachgewiesen werden, so ist eine adjuvante Systemtherapie mit 4 Zyklen Gem/Cis zu empfehlen. Sollte aufgrund einer höhergradigen Niereninsuffizienz bei Einzelniere eine Chemotherapie kontraindiziert sein, so ist eine Checkpointinhibitortherapie alternativ möglich (adjuvant: Nivolumab, palliativ: Pembrolizumab)

Pyelonefritis

Therapie:

Symptomatische Analgesie

Antibiotische Therapie mit

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig aufgrund therapierefraktärer akuter Flankenschmerzen und Dysurie. Unter analgetischer und antibiotischer Therapie zeigte sich die Beschwerdesymptomatik im weiteren Verlauf rückläufig. Die weiterführende Diagnostik ergab keine komplizierenden Faktoren.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Harnwegsinfektmetaphylaxe bei rezidivierenden Infekten.

Pyeloplastik

OP: Laparoskopische / Offen lumbale Nierenbeckenplastik rechts/links am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Zur Vorgeschichte verweisen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Der Urin klarte sukzessive auf. Das Drainagematerial wurde zeitgerecht entfernt. Nach DK Entfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt. Unter physiotherapeutischer Anleitung erfolgte eine Frühmobilisierung. In der Kontrolle zeigten sich allzeit reizlose Wundverhältnisse.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Das Nahtmaterial ist selbstresorbierbar. Ambulante/stationäre DJ Entfernung 6 Wochen postoperativ.

Radikale Prostatektomie

OP: Roboterassistierte radikale Prostatektomie mit Nervenerhalt beidseits und beidseitig pelviner Lymphadenektomie am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiotikatherapie mit XXX

Symptomatische Analgesie

Abführende Maßnahmen

Mobilisation und Anleitung zur Beckenbodengymnastik

Zystogramm am XXXXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte zur operativen Therapie eines lokal begrenzten Prostatakarzinoms. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik und eingehender Erörterung der Therapieoptionen führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch therapiert werden. Der Urin klarte sukzessive auf. Es zeigten sich allzeit reizlose Wundverhältnisse. Im Zystogramm zeigte sich eine unauffällige vesikourethrale Anastomose ohne Extravasation, so dass der transurethrale DK entfernt werden konnte. Postoperativ bestand noch eine leichtgradige Belastungsinkontinenz. Unter physiotherapeutischer Anleitung erfolgten eine frühzeitige Mobilisierung sowie der Beginn des Beckenbodentrainings. Über unseren Sozialdienst wurde eine Anschlussheilbehandlung in die Wege geleitet. Der histologische Befund wurde ausführlich besprochen. Regelmäßige sonographische- und Laborkontrollen verliefen unauffällig, so dass wir den Patienten in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen konnten.

Procedere:

Leitliniengerecht empfehlen wir die Fortführung der Thromboembolieprophylaxe mit niedermolekularem Heparin für weitere 4 Wochen.
Fachurologische Tumornachsorge. Diese sieht in Anlehnung an die S3-Leitlinie sowie die EAU-Leitlinien die Anamnese, körperliche Untersuchung sowie PSA-Bestimmung vor. Im ersten und zweiten Jahr nach der kurativ intendierten Operation sollte diese vierteljährlich, im dritten und vierten Jahr halbjährlich, danach jährlich erfolgen. Weiterführende Untersuchungen wie Computertomografie und Knochenszintigraphie sind nur bei bestehender Symptomatik und therapeutischer Konsequenz zu empfehlen.

Der Patient wurde im Rahmen der SEAL-2-Studie einer ausgedehnten/eingeschränkten LA unterzogen. Im Rahmen der Studie sind Nachsorgeuntersuchungen vorgesehen (PSA, körperliche Untersuchung). Wir bitten Sie freundlichst, diese Nachsorgeuntersuchungen durchzuführen und legen einen entsprechenden Zeitplan für den Patienten bei. Für Ihre Unterstützung der Studie danken wir Ihnen im Voraus.

Radikale Zystektomie – Ileum Conduit

OP: Radikale Zystektomie mit Ileum Conduit und beidseitig pelviner Lymphadenektomie am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim und Metronidazol

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht verweisen. Die elektive Aufnahme erfolgte zur operativen Therapie eines lokal begrenzten, muskelinvasiven Blasentumor. Nach eingehender Erörterung der Therapieoptionen führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Kurzfristig erfolgte eine Überwachung auf unserer operativen Intensivstation. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch therapiert werden. Aufgrund einer postoperativen Darmatonie waren eine umfangreiche medikamentöse Darmstimulierung, eine passagere Magensondenversorgung sowie wiederholte Einläufe erforderlich. Das Naht- und Drainagematerial wurde zeitgerecht entfernt. Es zeigten sich allzeit reizlose Wundverhältnisse. Nach sukzessiver Entfernung der Ureterkatheter, ließen sich im iv Urogramm ein Extravasat oder eine Anastomoseninsuffizienz nicht nachweisen. Unter physiotherapeutischer Anleitung erfolgte eine frühzeitige Mobilisierung. Die Versorgung und Pflege des Urostomas wurde im Rahmen des stationären Aufenthaltes unter wiederholter Anleitung erlernt. Über unseren Sozialdienst wurde zudem eine Anschlussheilbehandlung in die Wege geleitet.

Procedere:

Fachurologische Tumornachsorge. Leitliniengerecht empfehlen wir die Fortführung der Thromboemolieprophylaxe mit niedermolekularem Heparin für weitere 4 Wochen.

Radikale Zystektomie – Neoblase

OP: Radikale Zystektomie mit Ileum Neoblase und beidseitig pelviner Lymphadenektomie am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim und Metronidazol

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht verweisen. Die elektive Aufnahme erfolgte zur operativen Therapie eines lokal begrenzten, muskelinvasiven Blasentumor. Nach eingehender Erörterung der Therapieoptionen führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Kurzfristig erfolgte eine Überwachung auf unserer operativen Intensivstation. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch therapiert werden. Aufgrund einer postoperativen Darmatonie waren eine umfangreiche medikamentöse Darmstimulierung, eine passagere  Magensondenversorgung sowie wiederholte Einläufe erforderlich. Regelmäßig wurde die Ileum Neoblase sowie die Ureterkatheter manuell angespült. Das Naht- und Drainagematerial wurde zeitgerecht entfernt. Es zeigten sich allzeit reizlose Wundverhältnisse. Nach sukzessiver Entfernung der Ureterkatheter, ließen sich im iv Urogramm ein Extravasat oder eine Anastomoseninsuffizienz nicht nachweisen. In der Blutgasanalyse diagnostizierten wir eine metabolische Azidose, welche medikamentös ausgeglichen werden konnte. Unter physiotherapeutischer Anleitung erfolgten eine frühzeitige Mobilisierung sowie ein intensives Beckenbodentraining. Bei Entlassung bestand jedoch noch eine leichtgradige Belastungsinkontinenz. Über unseren Sozialdienst wurde eine Anschlussheilbehandlung in die Wege geleitet.

Procedere:

Fachurologische Tumornachsorge. Leitliniengerecht empfehlen wir die Fortführung der Thromboemolieprophylaxe mit niedermolekularem Heparin für weitere 4 Wochen.

Radikale Zystektomie – Ureterokutaneostomie

OP: Roboterassistierte Radikale Zystektomie mit beidseitiger Ureterokutaneostomie und beidseitig pelviner Lymphadenektomie am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht verweisen. Die elektive Aufnahme erfolgte zur operativen Therapie eines lokal begrenzten, muskelinvasiven Blasentumor. Nach eingehender Erörterung der Therapieoptionen führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Kurzfristig erfolgte eine Überwachung auf unserer operativen Intensivstation. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch therapiert werden. Aufgrund einer postoperativen Darmatonie war eine umfangreiche medikamentöse Darmstimulierung erforderlich. Das Naht- und Drainagematerial wurde zeitgerecht entfernt. Es zeigten sich allzeit reizlose Wundverhältnisse. Unter physiotherapeutischer Anleitung erfolgte eine frühzeitige Mobilisierung. Über unseren Sozialdienst wurde eine Anschlussheilbehandlung in die Wege geleitet.

Procedere:

Fachurologische Tumornachsorge. Leitliniengerecht empfehlen wir die Fortführung der Thromboemolieprophylaxe mit niedermolekularem Heparin für weitere 4 Wochen.

Ambulanter Wechsel der Harnleiterschienen in 6-8 wöchigen Abständen.

Reflux Pyelonephritis bei DJ

Therapie:

Antibiotische Therapie mit XXX

Symptomatische Analgesie und Flüssigkeitssubstitution

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig aufgrund akuter Flankenschmerzen, Dysurie und Fieber bei liegender DJ Harnleiterschiene. Wir verweisen auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht. Unter analgestischer und antibiotischer Therapie zeigte sich die Beschwerdesymptomatik im weiteren Verlauf rückläufig.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Wiedervorstellung am zur

Sachse

OP: Urethrotomia interna nach Sachse am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte aufgrund einer ausgeprägten Harnröhrenstriktur, die bei Ihnen zystoskopisch festgestellt und mittels retrogradem Urethrogramm verifiziert wurde. Anamnestisch Z.n. vorübergehenden Harnverhalt, spontan besser geworden. Der Harnstrahl sei deutlich abgeschwächt.

Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den oben genannten Eingriff komplikationslos durch. Unter Spülung klarte der Urin zunehmend auf. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach Entfernung des transurethralen Katheters gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt und nahezu restharnfrei. Der Patient wurde anschließend kontinent und mit kräftigem Harnstrahl in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Harnröhrenplastik mit Mundschleimhaut im Intervall erwägen.

Sakralen Neuromodulation 1

OP: Implantation einer permanenten Elektrode beidseits/links/rechts S2/S3 zur sakralen Neuromodulation am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte zur sakralen Neuromodulation. Wir verweisen auf unseren vorhergehenden Bericht aus der Kontinenzsprechstunde. Die Testung und Implantation der permanenten Elektrode führten wir komplikationslos durch. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse. Postoperativ erfolgte die Programmierung und Erörterung des externen Schrittmachers. Bereits unmittelbar anschließend bestand eine wesentliche Besserung der Beschwerden und Blasenentleerungsstörung.

Procedere:

Eine poststationäre Wiedervorstellung zur Wundkontrolle und erneuten Programmierung wurde vereinbart. Bei weiterhin Besserung der Beschwerden wird die Implantation des permanenten Schrittmachers in ca. 4 Wochen erfolgen. Wir werden danach erneut berichten.

Sakralen Neuromodulation 2

OP: Implantation eines permanenten Impulsgebers zur sakralen Neuromodulation am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte zur Implantation des permanenten Impulsgebers zur sakralen Neuromodulation. Wir dürfen auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht verweisen. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir genannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperativ erfolgte die wiederholte Programmierung und Erörterung des Schrittmachers. Die besonderen Sicherheitshinweise (insbesondere keine Kernspintomographie) wurden besprochen und Informationsmaterial ausgehändigt. Die Bedienung des Neurostimulators wurde von der Patientin eingeübt und selbstständig durchgeführt. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse.

Procedere:

Das Nahtmaterial ist selbstresorbierbar.

Eine poststationäre Wiedervorstellung wurde vereinbart.

Bei Bedarf erfolgt eine Kontrolle in unserer Kontinenz Sprechstunde.

Skrotalabszess

OP: Skrotale Abszessevakuierung und Drainage am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte notfallmäßig mit einer schmerzhaften Schwellung des Skrotums. In der weiteren Diagnostik konnten wir einen bereits liquiden organisierten Abszess nachweisen. Nach ausführlicher Aufklärung entschieden wir uns zu oben genanntem Eingriff, welchen wir komplikationslos durchführten. Postoperativ erfolgten regelmäßige Wundspülungen und die Wunde zeigte sich allzeit reizlos.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Entfernung des Nahtmaterials ab dem 8. postoperativen Tag.

Harnröhrensphinkter

OP: Implantation eines artifiziellen Harnröhrensphinkters (AMS 800) am XXX

Therapie

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte elektiv mit Belastungsinkontinenz zur Anlage eines artifiziellen Sphinkters. Wir dürfen auf unseren Ambulanzbericht verweisen. Nach entsprechender präoperativer Vorbereitung führten wir den genannten Eingriff komplikationslos durch. Peri- und postoperativ erfolgte eine i.v. Antibiose mit Ceftriaxon. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse.

Procedere:

Eine poststationäre Wiedervorstellung zur Hautfädenentfernung und Wundkontrolle ist für vereinbart. Antibiotische Langzeitprophylaxe mit Nitrofurantoin für 6 Wochen. Sphinkteraktivierung in 6 Wochen unter stationären Bedingungen, solange SPK-Versorgung.

Sphinkteraktivierung

Therapie: Sphinkteraktivierung und Miktionstraining unter Anleitung

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unsere vorangegangenen Berichte verweisen. Die Aufnahme erfolgte vereinbarungsgemäß zur Sphinkteraktivierung. Der Patient wurde bzgl. der Technik nochmals genau angeleitet. Nach Sphinkteraktivierung erfolgte die Miktion prompt und restharnfrei. Nach initialer Schwierigkeit konnte die Sphinkterpumpe im Verlauf sicher bedient werden, woraufhin der SPK entfernt wurde.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Wir empfehlen eine Sphinkterkontrolle in ca. 12 Wochen.

SPK

OP: SPK Anlage in Lokalanästhesie am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte elektiv zur SPK Anlage. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Initial entleerte sich etwas blutiger Urin, welcher im Verlauf jedoch aufklarte und wir den transurethralen Katheter entfernen konnten. Die Bauchdecke blieb in der Kontrolluntersuchung weich und wir konnten den Patienten in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Turnusmäßiger SPK-Wechsel alle 4-6 Wochen.

Steinmetaphylaxe

Calcium, Struvit Stein

Allgemeine Maßnahmen (Steinmetaphylaxe):

Urin pH Wert Kontrolle

Harndilution:

Trinkmenge 2,5 – 3 l/d

Säuernde Getränke (Hydrogenkarbonatarme und kalziumarme Getränke)

Harnneutrale Getränke: Tees, Quellwasser, Apfelsaft verdünnt

Nur geringe Mengen: Bohnenkaffee, schwarzer Tee

ungeeignet: Cola, Limonaden, Alkohol

Ernährung:

keine rein vegetarische Ernährung

Proteinzufuhr: max. 150 g/d

Kalziumzufuhr: einschränken (ca. 800 mg/d)

bei Hyperphosphaturie – Phosphatzufuhr einschränken (Hülsenfrüchte, Hart-Schmelzkäse, Nüsse, Kakao, Leber)

Ballaststoffe

medikamentöse Therapie:

Harn pH Wert mit L-Methionin auf -Zielwert 5,8 – 6,2 bringen

Harnsäuernstein:

Harnalkalisierung mit Z.B Blanel (Zielwert des Urin PH 6.2-8)

OP: TUR Blase Nachresektion (mit PDD) am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit

Verlauf:

Zur Vorgeschichte verweisen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht. Die Aufnahme erfolgte zur geplanten Nachresektion. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Unter Spülung klarte der Urin zunehmend auf. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach Katheterentfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt und restharnfrei,

Procedere:

Fachurologische Tumornachsorge ja nach histologischem Befund.

OP: TUR Blase am XXX

Verlauf:

Die Aufnahme erfolgte bei Verdacht auf einen Blasentumor. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Intraoperativ zeigte sich XXX Unter Spülung klarte der Urin zunehmend auf. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach Katheterentfernung gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt und restharnfrei, so dass wir den Patienten in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen konnten.

Procedere:

Fachurologische Tumornachsorge/ Wiedervorstellung am … um … zur TUR Blase Nachresektion mit PDD am …

OP: TUR Prostata am XXX

Therapie:

Perioperative Antibiose mit XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte aufgrund eines therapierefraktären benignen Prostatasyndroms. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den oben genannten Eingriff komplikationslos durch. Unter Spülung klarte der Urin zunehmend auf. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach Entfernung des transurethralen Katheters gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt und nahezu restharnfrei. Der Patient wurde anschließend kontinent und mit kräftigem Harnstrahl in Ihre weitere ambulante Behandlung entlassen.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

TVT – TOT

OP: Mitturethrale retropubische spannungsarme Schlingenplastik (TVT) am

Verlauf:

Zur Vorgeschichte dürfen wir auf unseren Bericht aus der Kontinenzsprechstunde verweisen. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Der postoperative Verlauf gestaltete sich regelrecht. Nach Entfernung des transurethralen Katheters und der Vaginaltamponade am 2. postoperativen Tag gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt sowie restharnfrei mit guter Kontinenz.

Procedere: 

Bei Beschwerden ist eine Wiedervorstellung in unserer Kontinenz-Sprechstunde nach Terminvereinbarung möglich.

Vaginale Ovestin-Applikation für 4 Wochen.

URS

Therapie

Perioperative Antibiose mit

OP: Starr- und flexible URS mit Laser, Steinextraktion und DJ- Harnleiterschienenentfernung/ wechsel am XXXXX

Verlauf:

Zur Vorgeschichte verweisen wir auf unseren vorhergehenden Entlassungsbericht. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach DK Entfernung und Sistieren der postoperativen Hämaturie gelang die Spontanmiktion unbeeinträchtigt. In der sonographischen Kontrolle zeigte sich noch eine asymptomatische, leichtgradige Ektasie des Nierenbeckens.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle. Laborkontrolle.

Das Ergebnis der Steinanalyse werden wir nach Erhalt nachreichen.

Entfernung der DJ Harnleiterschiene in ……. Tagen.

Bei Harnsäurestein ist Chemolitholysetherapie mit z.B. Alkalicitrate oder Natriumcarbonat empfohlen (Urin PH Zielwert 6,8-7,2)

Varikozele

OP: Varikozelenkorrektur links nach Palomo/Tauber/Benardi am XXX

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte aufgrund einer symptomatischen Varikozele. Wir verweisen freundlicherweise auf unseren Ambulanzbericht.

Nach Abschluss der präoperativen Vorbereitungen erfolgte der oben genannte Eingriff komplikationslos. In der Kontrolle zeigten sich reizlose Wundverhältnisse. Postoperative Wundschmerzen konnten symptomadaptiert behandelt werden.

Procedere:

Fachurologische Kontrolle.

Das Nahtmaterial ist selbstresorbierbar.

MESH

OP: Zystozelenkorrektur mittels Anterior Mesh Repair (Fa. A.M.I. InGYNious) am …

Therapie:

Perioperative Antibiose mit Cefuroxim

Verlauf:

Die stationäre Aufnahme erfolgte elektiv zur Korrektur einer symptomatischen Zystozele. Wir dürfen freundlicherweise auf unseren Bericht aus der Kontinenzsprechstunde verweisen. Nach Abschluss der präoperativen Diagnostik führten wir den obengenannten Eingriff komplikationslos durch. Postoperative Schmerzen konnten symptomatisch behandelt werden. Nach Entfernung des transurethralen Katheters und der Vaginaltamponade erfolgte die Spontanmiktion unbeeinträchtigt nahezu restharnfrei.

Procedere:

Bei Beschwerden ist eine Wiedervorstellung in unserer Kontinenz-Sprechstunde nach Terminvereinbarung möglich.

Vaginale Ovestin-Applikation für 4 Wochen.

Racconti dalla Trincea + Diversità culturali – Chainsaw Man

Come si può evincere dal titolo, questa volta ho unito due rubriche in un unico articolo. Capirete subito perché.

Uno dei frequentatori più assidui che si vedono in pronto soccorso è il paziente che si è ferito con una sega elettrica.

Fra i principali hobby del tedesco (il genere è ininfluente) vi è quello di dilettarsi nel fai-da-te. Queste persone si trovano spesso da OBI, famosa azienda di Wermelskirchen specializzata nei settori del bricolage e del giardinaggio, dove non solo fanno incetta dei materiali ma anche e soprattutto degli attrezzi idonei.

Caratteristiche comuni di queste persone sono:

  • Un elevato grado di miopia;
  • L’assurda svogliatezza ad indossare dei guanti di protezione;
  • L’incredibile grado di accuratezza con la quale riescono a ricordarsi giorno, mese e anno dell’ultima antitetanica.

Dal punto di vista clinico, lamentano diverse ferite lacero-contuse a livello delle mani, più o meno profonde a seconda delle prime due caratteristiche sopracitate.

Può anche capitare che una o più dita siano completamente amputate: in questo caso si spera (e in genere è così) che il paziente si presenti con le dita mozzate in un sacchetto di ghiaccio.

Ovviamente, se il danno è grave – amputazione, o interessamento parziale dei nervi e/o dei tendini – il paziente viene trasferito al centro di chirurgia della mano più vicino.

Se il danno è lieve, le ferite vengono disinfettate, suturate e se ne segue il decorso.

Generalmente sono infortuni avuti in ambito privato, quindi il medico coinvolto è l’Hausarzt (il medico di famiglia).

Nel caso di un lavoratore, viene dirottato dal Durchgangarzt (detto anche “D-Arzt”, è medico dell’assicurazione infortunistica, in Italia sarebbe il medico che lavorano per l’INAIL), il quale documenta tutto nel rapporto dell’assicurazione contro gli infortuni e lo trasmette alla compagnia assicurativa.

Nota curiosa: secondo la “Berufsgenossenschaft” (L’INAIL tedesca), se il paziente ha fatto l’antitetanica ma non ha mostrato il pass vaccinale al medico che lo ha in cura, de facto il paziente è considerato “non vaccinato” e se ha un qualsiasi problema in relazione alla vaccinazione, il D-Arzt potrebbe essere chiamato a giudizio!

Gian Marco

L’angolo della posta – Cronache del ritorno

La mattina del 01 Gennaio 2023 ho ricevuto un’email con allegato un racconto: la storia di Elle.

Caro Gian Marco,

ho letto sul tuo blog le tue esperienze di lavoro in Germania e le difficoltà che altri colleghi ti hanno raccontato nell’angolo della posta, volevo fornirti anche io la mia esperienza, che è piuttosto diversa dalle altre e, con questa, fornire a chi leggerà una visione più ampia della realtà sull’opportunità del ritorno in Patria e spero anche una visione più disincantata dell’estero, della vita da expat, soprattutto da medico, e in particolare da medico specializzando in Germania. L’argomento è ampio e questo mio intervento, mi rendo conto, è molto lungo, lo suddivido in paragrafi, così, a colpo d’occhio, anche chi non voglia leggerlo tutto, può leggere gli stralci che possono essere più di interesse.  

Il racconto della mia esperienza. Ho concluso una prima specializzazione in Italia, avevo intenzione di farne una seconda che ho iniziato in Germania (facendo la solita trafila che fanno tutti: documenti, C1 di Tedesco generale e Fachsprachprüfung) ma, per una serie di motivi che ora spiego, sono tornato in Italia a rifare la stessa specializzazione che avevo iniziato in Germania, penso per questo di poter confrontare abbastanza bene le due realtà. Avevo scelto la Germania affascinato dalla generica attrazione che avevo verso questa cultura ma soprattutto dai racconti entusiastici sul lavoro in questo Paese, alcuni amici che avevo e che ci lavoravano mi dicevano che si trovavano molto bene soprattutto in relazione alle tante possibilità di formazione, allo stipendio alto ecc. (perché in fondo uscito da una specializzazione – e quindi non proprio di primo pelo – non vorrai mica tornare a fare lo studentello in Italia?). Vado rapido sul dettaglio delle motivazioni contingenti che mi abbiano spinto a tornare in Italia, in particolare la davvero molto sgradevole esperienza di mobbing che ho subito nell’ultima fase del mio periodo in Germania e per mobbing – ci tengo molto a precisarlo – intendo demansionamento ed emarginazione lavorativa: su un contratto Vollzeit (prima di sei mesi e poi rinnovato con un secondo contratto di un anno e mezzo) mi davano da lavorare, sommando le ore spalmate nella settimana, circa 3 giorni su 5 giorni, nell’abbondante tempo rimanente banalmente mi giravo i pollici, nel senso che mi trovavo da me qualcosa da fare: studiavo per lo più, mi ristudiavo casi già affrontati e a volte era molto difficile e noioso tirare fino alla fine della giornata: non ho mai lavorato così poco nella mia vita. Sono subito subentrati sentimenti di disistima e autosqualificazione: l’idea che fossi un pessimo lavoratore e per questo venivo punito era costantemente presente, ma la verità era evidentemente un’altra:  loro hanno sempre avuto sempre la possibilità di licenziarmi in tronco in qualsiasi momento (ero in Probezeit, perché indurre me al licenziamento?) ma non l’hanno mai fatto, anzi, mi hanno perfino rinnovato il contratto dopo il periodo di prova, alla fine mi sono licenziato io: la conclusione alla quale sono giunto è che lì dove sono capitato avevano evidentemente bisogno di una scimmia straniera che sbrigasse attività escrementali ma per le quali c’era però bisogno di un’Approbation. Il mio primo monito è proprio questo: in Germania allora possono capitare cose strane come questa. Inizialmente mi era sembrato un buon posto, evidentemente mi sbagliavo. Ho iniziato a candidarmi altrove, ho inviato diverse candidature, non in modo indiscriminato ma selezionando i posti che mi sembravano più interessanti: alcuni non mi rispondevano, altri mi rispondevano con rifiuti, altri ancora mi facevano il colloquio ma non si facevano più vivi. Era primavera, periodo di bando SSM in Italia, mi iscrivo, faccio il concorso ed entro nella mia prima scelta.

La mia storia mi ha fatto capire alcuni aspetti generali che mi hanno fatto perdere fiducia nel sistema tedesco:

1) Le possibilità di scelta del posto di lavoro. Contrariamente a quanto si dice, in Germania non è che proprio tu abbia tutta questa libertà di scelta su dove andare a lavorare: soprattutto all’inizio e se sei straniero ti ritrovi a fare l’Oliver Twist della situazione che porge la scodella, spammando indiscriminatamente candidature a mille ospedali nella speranza che qualcuno ti chiami; in Italia per accedere a qualsiasi specializzazione in qualsiasi sede devi prepararti e posizionarti bene al concorso: la tua discrezionalità e capacità di controllo è amplissima. In Germania mi sarebbe molto piaciuto ricevere un contratto che avesse coperto tutta la durata della specializzazione, magari in una grande clinica, con una casistica vasta ed eterogena e con molta diagnostica dalla quale si potesse imparare tanto, con strutturati predisposti e desiderosi di insegnare, con un buon clima lavorativo, con le branche e gli ambiti ultraspecialistici che mi interessavano, con sicurezza, regolarità, equilibrio e organizzazione delle rotazioni e con la possibilità eventualmente anche di fare un po’ di attività scientifica, e poi (visto che non è che uno lavora soltanto) magari una città carina con un’offerta sociale interessante e con dei dintorni attraenti. Tutto questo, che potrebbe sembrare la lista del molibdeno, è semplicemente tutto quello che ho trovato entrando in specialità in Italia – sapendo prima che lo avrei trovato (perché hai tutte le fonti da cui puoi informarti), facendo in modo di entrare lì dove sapevo che lo avrei trovato, ovvero banalmente preparandomi per il concorso.

In Germania mi sarebbe scaduto questo contratto di un anno e mezzo, in un posto in cui mi stavo trovando malissimo, le prospettive erano piuttosto fumose perché non sapevo chi mi avrebbe preso, in che posto sarei finito: avevo paura di dovermi accontentare di qualche altro postaccio, così come avevo già fatto. In Italia col concorso attuale puoi sparare in alto e ce la puoi fare perché hai studiato, in Germania invece su questo non hai alcun tipo di controllo. Inoltre, in Germania le possibilità che un candidato ha di avere utili e concrete informazioni sul posto di lavoro prima che l’impiego abbia inizio sono davvero molto limitate, per la specializzazione italiana esistono invece diversi canali ufficiali e non dai quali attingere (Io, ad esempio, prima di stilare la lista delle scelte ho contattato diversi specializzandi delle scuole che avevo preso in considerazione e c’ho parlato). In Germania ok, puoi sfruttare i 6 mesi di Probezeit e se non ti piace te ne vai, ma hai perso comunque del tempo e andarsene durante la Probezeit potrebbe ingenerarti delle seccature, come dirò in seguito.
A volte mi capita di leggere sul gruppo Facebook di colleghi italiani che, affacciandosi al lavoro in Germania, vogliono (ad esempio) fare cardiologia a Berlino (quando non proprio in Charité) o dermatologia a Monaco (quando non proprio alla LMU), non so perché si sia diffusa questa terribile convinzione che la specializzazione e il lavoro in generale in Germania (per uno straniero!) possa funzionare à la carte. Questo mi permette di allacciarmi ad altri due problemi molto interconnessi.

2) La concorrenza (sleale) dei madrelingua: ad un certo punto ho capito che non mi andava giù che i Tedeschi avessero sul lavoro possibilità migliori rispetto ai non Tedeschi (cioè alle mie), è per l’appunto una concorrenza sleale (assolutamente legittima, accettabile, prevedibile) che certamente metti in conto, ma viverla è un’altra cosa. Si capisce, quindi, che da neofiti (ma anche quando non si è più tanto neofiti) del lavoro in Germania, magari venendo da neolaureati e con la lallazione di un B2, avere determinate pretese è quanto meno assai ingenuo.

3) La lingua. A proposito di lallazione. Lavorare in Tedesco rende (sempre e a prescindere dal tuo livello) meno efficiente e più vulnerabile a qualsiasi cosa. In Germania si guadagna di più ma nella mia percezione lo stress è superiore per via della lingua, perché oltre alla barriera delle difficoltà tecniche impartite dal tuo lavoro, devi sempre sopportare la barriera della lingua, cosa che probabilmente passa con il tempo (o forse fai il callo alla tua inefficienza) ma alla fine hai trascorso un bel pezzo di vita in uno stato di menomazione (e questo lo dico pur avendo conseguito un C2 al Goethe di Amburgo); e mi chiedo se ne valga davvero la pena, se il guadagno economico sia veramente netto a fronte di questa condizione, anche se mi rendo conto sia una questione soggettiva: io col mio C2 continuo comunque a sentirmi linguisticamente menomato, ho visto di contro stranieri, anche italiani, con il loro B2 stentato litigare di prepotenza coi madrelingua.

4) Le discriminazioni. Sulla scorta dei precedenti due fattori (concorrenza sleale e ineludibile, duratura menomazione linguistica) è il caso di considerare un altro aspetto: la Germania è un Paese che fa molti sforzi (di natura soprattutto mediatica e culturale ma anche amministrativa) per imporsi come società aperta e tollerante verso le minoranze e gli stranieri (per straniero intendo genericamente il non-tedesco, quindi anche gli italiani), a mio modesto avviso perché subisce una tal forte immigrazione, che atteggiamenti di chiusura e intolleranza sarebbero controproduttivi e alla fin fine non più realizzabili (anche per evidenti ragioni storiche…). Nel complesso potrei dire che ci riesce, c’è un’attenzione maniacale alla situazione delle minoranze e degli stranieri nel Paese, anche linguisticamente domina un politically correct molto palpabile, non è raro vedere, nelle immagini degli annunci che pubblicizzano posti di lavoro, team apertamente multiculturali, sorridenti e accattivanti. Questo è quello che succede nella facciata, nessuno vieta alle discriminazioni (e qui parlo per esperienza personale diretta) di manifestarsi (con diverse declinazioni di intensità) nel microcosmo dell’ambiente lavorativo, anche questo rientra nel concetto di vulnerabilità a cui facevo riferimento.

5) Le opportunità di lavoro. Per quanto riguarda le opportunità, si dice che in Germania il lavoro sia molto dinamico, sicuramente lo è, nella mia percezione lo è fin troppo: l’errore più grande che si possa fare è quello di andare in Germania per ottenere i vantaggi della Germania, dando per scontato i vantaggi che avresti facendo la specializzazione in Italia: bisogna familiarizzare con l’idea di poter ricevere anche contratti a (molto) breve termine (uno dei contratti che mi hanno offerto ed ho accettato è stato di sei mesi) o di poter essere lasciati a casa durante il periodo di prova per i più svariati motivi (non necessariamente legati alla scarsa produttività) o di dover traslocare piuttosto frequentemente e, soprattutto, che il tuo percorso di specializzazione duri un po’ di più (o anche molto di più) di quello che ti aspetti. Si identifica come fattor comune di tutta questa situazione una più limitata pianificabilità e controllabilità del proprio percorso, rispetto a quello che si potrebbe avere in Italia. L’idea del vantaggio che il poter cambiare, licenziandosi e candidandosi altrove, sia il fulcro del potere contrattuale dello specializzando in Germania è sicuramente vera ma nasconde delle insidie: un capo tedesco avrà sempre il potere di danneggiarti se lo vuole, essendo il sistema in Germania fondato su lettere di referenza e la propria reputazione potrebbe non dipendere soltanto dal proprio rendimento (e ho avuto come l’impressione che potesse anche dipendere da un certo carattere supino verso gli Chefs, a cui nessuno impedisce di essere volubili e vendicativi). Licenziarsi durante il periodo di prova, ad esempio, può essere un chiaro segnale che il dipendente sta dando al suo capo per dirgli che quel posto di lavoro gli faceva schifo, il che è assolutamente legittimo, così come è legittimo che uno chef esprima il risentimento così ingenerato nelle referenze che andrà a scrivergli. E naturalmente nessuno vieta ad un primario successivo di indagare bene le vicende della precedente occupazione: brevi periodi di occupazione che si ripetono, ad esempio, licenziamenti prematuri durante il periodo di prova da ambo le parti (dipendente e primario) possono non essere un buon biglietto da visita per il candidato e rendere la successiva ricerca di un posto di lavoro più difficile. Quindi mi sentirei di ridimensionare i vantaggi rappresentati del “mercato dinamico”.

6) Il sistema basato sulle referenze. Emerge questo altro aspetto che non mi ha convinto del sistema tedesco. In Italia la raccomandazione è giustamente qualificata come il cancro del nostro sistema, in Germania è un elemento assolutamente accettato su cui si fonda il sistema, beninteso è più o meno (e sottolineiamo più o meno) vero che in Germania nessuno raccomanda amici e parenti, ma è anche vero che nessuno può impedire, come accennavo, a un capo carogna di farti una cattiva pubblicità compromettendo eventualmente le tue future possibilità, perché magari non gli andavi particolarmente a genio, per i più disparati motivi. Questa situazione del panorama lavorativo tedesco non mi è mai sembrata molto trasparente e tranquillizzante. Mi si dirà che in Italia è lo stesso se non peggio, ma se devo sopportare la fatica dell’espatrio, pretendo di avere una cosa migliore di quella che avrei nel mio Paese. Quella che sottolineo è la sostanziale discrezionalità di cui gode un capo nello scriverti la pagella e conseguentemente la discrezionalità che ha nell’influenzare la tua reputazione lavorativa, questo perché in Germania come in Italia esistono capi più onesti e altri meno. Aspettarsi una maggiore onestà solo perché all’”estero le cose vanno meglio” è davvero molto ingenuo. Impossibile a questo punto non menzionare quella che considero una caratteristica un po’ patetica, avvilente e farsesca inerente a questo sistema di referenze: secondo la giurisprudenza tedesca (BAG, 9 AZR 584/13) le referenze lavorative (Arbeitszeugnis) devono sulla carta corrispondere ad una valutazione quanto meno soddisfacente (befriedigend), per questi motivi una valutazione inferiore (una pagella esplicitamente negativa insomma) può causare non poche seccature proprio al datore di lavoro e siccome le seccature non le vuole nessuno, ecco che, per aggirare la cosa, (i primari) si sono inventati tutto un modello di circonlocuzioni e espressioni-segnale da riportare nella referenza che, pur non manifestando l’aperta critica e la cattiva valutazione, sono inequivocabilmente interpretate come tali dagli addetti ai lavori (gli altri primari che leggono). Quando ho realizzando l’esistenza di questo grimaldello mi sono cadute le braccia. Lo trovo un sistema un po’ ipocrita.

7) La formazione in Germania è migliore? Per quanto riguarda questo aspetto: al netto di numerosi distinguo da operare, per quello che ho visto io può apparire vero: in genere gli obiettivi formativi della specializzazione tedesca sono, ad esempio, più numerosi di quegli italiani, sta però anche di fatto che la durata dalla specializzazione tedesca è maggiore, si tratta quindi di un paragone tra i due sistemi che deve essere fatto nel modo corretto: sarebbe ovvero scorretto comparare la preparazione di un neospecialista tedesco contro un neospecialista italiano: il primo ha certamente più anni trascorsi in formazione del secondo, il vero paragone bisogna farlo tra un medico tedesco e un medico italiano, a parità di anni trascorsi in formazione o in generale di esperienza nella pratica specialistica specifica. Io personalmente durante il mio pezzo di specializzazione in Germania ho imparato cose che in Italia non avevo mai visto e tuttora mi porto dietro come un bagaglio culturale molto utile, ho però anche visto terribili esempi di incompetenza caprina (che ho potuto giudicare proprio perché avevo già una specializzazione di ambito affine), totale ignoranza delle più elementari forme di evidence based medicine e gretto misoneismo. L’idea che mi sono fatto è che, per le specializzazioni non chirurgiche, non è possibile fare generalizzazioni tra Italia e Germania sui livelli di qualità, sia per quanto riguarda la pratica sia per quanto riguarda l’insegnamento e la formazione in generale: centri di altissimo livello ci sono in Germania come in Italia: dire che il livello di pratica e formazione in (ad esempio) Medicina interna in Germania sia più alto che in Italia è una generalizzazione che non ha davvero nessun fondamento, ma piuttosto c’è da valutare caso per caso, centro per centro, esperienza per esperienza; riflettiamo piuttosto su quante possibilità abbia uno straniero (un italiano) per formarsi di accedere ai centri di eccellenza tedeschi, rispetto alle possibilità che avrebbe di accedere a centri di medesimo alto livello che vi sono in Italia.

8) La qualità di vita. Al netto della misura in cui questo dipenda dalla retribuzione, che è appunto alta, si apre un immenso ginepraio di considerazioni: di tanto in tanto leggo sul gruppo dei medici italiani in Germania che la qualità della vita in Germania è alta; una volta ho discusso con un italiano che vive a Valencia che mi diceva che è ovvio che io me ne sia tornato in Italia visto che la qualità della vita in Germania è pessima: la verità è che il giudizio sulla qualità della vita è estremamente soggettivo, la decisione se si sta bene o male in un posto non spetta ad una classifica ma al singolo che quell’esperienza deve affrontarla. Al di là della mia pessima esperienza lavorativa e delle perplessità sul sistema tedesco che ne sono conseguite, io in Germania mi trovavo davvero molto bene, ho stretto diverse amicizie con i tedeschi, che durano tuttora, adoro tornarci e godermi la Stimmung dei posti in cui ho vissuto e poter continuare a praticare il Tedesco che ho tanto faticosamente conquistato, socialmente mi sono sentito complessivamente integrato, ho vissuto in città splendide che ho amato, a questo proposito posso dire che la Germania è piena di posti estremamente interessanti e stimolanti, città meravigliose che vanno dal fiabesco al cosmopolita e al futuristico. Di contro è però anche piena di posti di una bruttezza inenarrabile. E come detto all’inizio non è che proprio tutti abbiano tutto questo potere di scelta dove andare a lavorare e vivere.

9) La vita spezzata. Unico punto che tocca un aspetto un po’ più psicologico: io uso l’espressione di vita spezzata: ero arrivato ad un punto in cui esistevano due me, uno viveva in Germania e l’altro in Italia: il Tedesco era la lingua della fatica e la Germania il Paese del lavoro, lo spazio che era al di fuori di questa realtà (le vacanze, le ferie in Italia ecc) era lo spazio in cui vivevo realmente. Il me tedesco serviva solo per il lavoro, quasi tutto il resto della vita era demandato al me italiano. Anche se stavo bene con i miei amici tedeschi, non era la stessa cosa. La vita spezzata è una dimensione di differimento, in cui rinvii la tua vita, ad esempio, alla pensione, quando torni in Italia, o alle vacanze in cui finalmente puoi recuperare la vita che non hai vissuto nei mesi precedenti, o anche banalmente al momento della giornata o della settimana in cui esci con il gruppetto di amici italiani, perché con gli amici tedeschi per carità stai bene, ma con gli amici italiani senti di essere più te stesso.  Ho sentito molti colleghi italiani a cui questa situazione di divisione va bene: scelta rispettabilissima ma non è la mia.

10) Lo stipendio. Parliamo allora del principale argomento a favore dell’espatrio in Germania, che intenzionalmente tocco per ultimo: la retribuzione. Sotto il profilo di un lavoro dipendente, quindi in questo rientra a pieno titolo l’inquadramento dello specializzando, la Germania è assolutamente imbattibile, gli specializzandi tedeschi possono godere di ottimi contratti di lavoro per stipendio, elasticità, condizioni generali e possibilità di prestazioni sociali che in Italia, per i primi anni del percorso di specializzazione (se non si sfrutta il DL 30/04/2019 n. 35 a cui accenno in nota), sostanzialmente non ci sono. Inoltre, nella mia percezione, non esiste un costo della vita più alto in Germania che in Italia (a parte alcune realtà, vedi Monaco), quindi in termini assoluti il guadagno è netto. Dico “in termini assoluti” perché ritengo che tutti i problemi e le criticità che ho cercato di illustrare nei punti precedenti controbilancino la gratificazione della retribuzione più alta: beninteso è una valutazione assolutamente soggettiva: per molti colleghi i punti che ho elencato potrebbero anche non esistere o essere insignificanti rispetto al bilancio complessivo della situazione. Perché dico che per alcuni potrebbero non esistere? Faccio un esempio: una volta a Düsseldorf chiacchieravo con un infermiere italiano che lavorava in Germania e gli chiedevo se non si sentisse demansionato rispetto alla qualità delle mansioni di un infermiere in Italia, lui mi rispondeva un deciso no, che non si sentiva affatto demansionato. Ora, In Italia gli infermieri sono praticamente dei mini-medici, quanto diversa sia la figura dell’infermiere in Germania e diverse le loro mansioni rispetto all’Italia è di tutta evidenza, eppure l’infermiere con cui ho parlato diceva di non sentirsi demansionato rispetto all’Italia. È una rispettabilissima valutazione soggettiva (eppure se devo interpretarla con un po’ di malizia, immagino che un buono stipendio agevoli una maggior tolleranza verso un certo tipo di situazioni e questo potrebbe valere anche per i medici). In tema di stipendio, come contraltare mi si farà allora presente il miserabile stipendio da specializzando italiano; che sia miserabile, rispetto alla qualifica e alla quantità di lavoro, non ci piove. Da specializzando italiano posso dire che ora faccio sicuramente più attenzione a come spendo (più di quanto non facessi quando ero Assistenzarzt) ma certamente non chiedo l’elemosina ai crocicchi delle strade e so che questa condizione sarà comunque rapidamente transitoria [1]. A chi, una volta, sul gruppo dei medici italiani in Germania chiedeva se non ci si fosse mai pentiti di essere andati a lavorare in Germania, un membro rispondeva citando questo articolo di Quotidiano Sanità (àhttps://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=108638&fr=n&fbclid=IwAR3BM71vapt29AibzBe4DTOQWeb0vQ_KSNCxn42cPaJD1KJktJiuDBt6GPI) commentando con la tranchant domanda retorica ci sono altri dubbi?. L’articolo dice che un medico italiano guadagna, a parità di potere d’acquisto, il 70% in meno di un collega tedesco e tant’è, il dato è schiacciante e incontrovertibile. Il punto è che fintanto che ci si limiterà a confrontare asetticamente gli excel degli stipendi fino all’ultima cifra, l’indubbio vantaggio della Germania sarà schiacciante. Io, come ho cercato di mostrare, faccio un discorso più ampio di bilanciamento tra vantaggi e svantaggi. Familiarizziamo inoltre con l’idea che nessun medico in Italia fa la fame, anzi…Andiamo allora a riprendere lo stesso articolo di Quotidiano Sanità e scopriamo che in media lo stipendio di un medico italiano si aggira intorno agli 8.500 euro al mese, che ad occhio e croce mi sembrerebbe un signor stipendio se, accontentandomici, posso evitarmi il rischio di finire in qualche remoto ospedale nella landa di Luneburgo o nelle campagne del Sachsen-Anhalt, di subire più o meno sottili discriminazioni per il fatto di non essere un madrelingua o uno straniero in generale, di dover lavorare con il duraturo fardello della lingua straniera o di dover essere costretto ad eseguire (faccio per dire) le laringoscopie quando il mio sogno è la chirurgia ricostruttiva nei grandi ustionati, ambito difficilmente accessibile perché magari saturato dai tedeschi.

Come mi trovo in Italia dopo l’esperienza in Germania? Oramai sono da più di un anno di nuovo in Italia, nella scuola che ho messo come prima scelta al concorso SSM e mi trovo molto bene, sotto molti punti di vista. Sono entrato in una Scuola, come accennavo, che è il top per quello che voglio fare, l’ho scelta per questo, non sono tornato nei miei luoghi di origine o nella città della mia prima specializzazione dove ho tutti i miei amici. Non escludo categoricamente di tornare in Germania in un futuro a lavorare (anche se lo ritengo piuttosto improbabile, rimanendo tra l’altro la diffidenza nei confronti di un Paese (sorprenderà saperlo) in cui il mobbing sul lavoro non è né reato né ci sono reali concrete tutele contro di esso – diversamente dall’Italia), ma dovrei avere ovviamente delle garanzie granitiche che mi tutelino da quello che mi è capitato e in nessun caso giocherei al ribasso rispetto a quello che potrei avere complessivamente in Italia sotto il profilo lavorativo, dove la situazione nella mia percezione è da me più controllabile. In Germania alla fine ero arrivato a un punto in cui mi ero reso conto che mi stavo infliggendo un inutile tormento: avevo scelto una strada più lunga e ardua per una meta per la quale c’era una strada più semplice, quel surplus di difficoltà che dovevo sopportare non mi dava, nella mia percezione, nessun altro vantaggio se non un maggiore guadagno stipendiale, cosa che a lungo andare ho iniziato a considerare davvero molto relativa: non vedevo cioè più la ragione di spendere così tante energie per un obiettivo che potevo raggiungere, a parità di opportunità formative e lavorative, in patria: questo guadagno stipendiale non era più un gioco che valesse la candela.

Nessuno torna in Italia dopo che è stato all’estero e chi torna lo fa per nostalgia. Falso. Chiudo con delle considerazioni un po’ sentimentali: quando ho iniziato a riflettere su tutte queste cose e ho capito che in fondo la Germania era molto lontana dall’essere quella situazione di miglioramento professionale al quale ambivo, la parte più difficile era capire se stessi sbagliando io in queste valutazioni: in un mondo in cui oramai se non vai all’estero non sei nessuno, in cui tutti dicono che se vai all’estero non torni più per quanto ti troverai bene e l’unico problema sarà la nostalgia del sole, del mare e della parmigiana di mammà, un mondo italiano in cui veniamo culturalmente bombardati su quanto sia vincente l’espatrio e ci convinciamo fermamente di questa rappresentazione manichea di un estero ricco, fiorente, in cui regna la meritocrazia e quasi non esistono favoritismi e surrettizi intrighi fatti di scorrettezze, rispetto ad un Italia decadente, povera e per vecchi e a questa semplice narrazione ci crediamo perché non è problematica e ci sottrae dalla difficile incombenza di esaminare situazioni più complesse e di distinguere caso per caso e allontana quel messaggio impopolare, bizzarro e indigesto per cui anche all’estero possono sfruttarti, facendoti fare la scimmia straniera, anche se ti pagano di più (o per converso anche in Italia puoi avere buone possibilità di lavoro, guadagno e formazione). Tutto questo perché, credo, proprio come i tedeschi sono disperatamente imbevuti di una certa tendenza ad autoincensarsi (spesso immotivatamente), anche noi italiani siamo imbevuti di un’inversa tendenza all’autosqualificazione e all’esterofilia, nella mia percezione, anche qui, un po’ esagerata. Il passo più difficile per me, per poter tornare, è stato liberarmi da questi pregiudizi e dal conseguente senso di fallimento che ne era derivato. Senso di fallimento esacerbato da commenti sommari e ruvidi di alcuni colleghi, quando ho detto loro che tornavo in Italia: la tentazione di riassumere il ritorno in Italia con l’idea del non avercela fatta, dell’aver mollato, di essere tornato indietro è sempre in agguato, a coloro che mi hanno criticato in questo modo ho fatto presente che il mio fine era ed è diventare uno specialista competente nella branca che ho scelto, non ottenere la cittadinanza tedesca, che insomma a me interessava acquisire delle competenze, a prescindere dal luogo: se l’Italia è in grado di darmele perché devo mortificare la mia esistenza mettendomi in una condizione immotivatamente più frustrante? Quando sul gruppo dei medici italiani in Germania sono intervenuto accennando a queste mie esperienze e al ritorno, accanto alla solita schiera di entusiasti, talora fanatici, dell’estero (molti dei quali curiosamente non hanno mai fatto una specializzazione in Italia ma la giudicano come se l’avessero fatta), mi ha fatto molto piacere che diversi colleghi mi contattassero in privato per un confronto, perché anche loro desiderosi di tornare per i diversi motivi, che in nessun caso, posso dire, erano inerenti a situazioni di nostalgia, ma piuttosto a disagi lavorativi di varia natura, affini a quelli che ho avvertito io. Mi riconosco molto in chi vorrebbe tornare ma ha paura di farlo (tra le altre cose, io avevo paura della sensazione di fallimento e del giudizio degli altri) spero che questo mio lungo intervento possa essere per loro in qualche modo di aiuto.   

Un caro saluto e grazie.

Elle


[1] “Credo sia importante fare una breve digressione per approfondire brevemente questo rapidamente transitoria: la specializzazione italiana ha una durata definita tra i 4 o i 5 anni a seconda delle branche, secondo il decreto-legge 30 aprile 2019 n. 35, le aziende ospedaliere del SSN possono assumere medici specializzandi durante gli anni di formazione specialistica (a partire dal terzo anno in poi), con contratto subordinato a tempo determinato e orario a tempo parziale, (che può essere ad esempio un 80%, perché nel restante 20% si presta servizio nella sede centrale della propria specializzazione, da me funziona così). Il compenso mensile ammonta circa a €2.200 netti al mese, non cumulabile con la borsa di specializzazione, tuttavia il trattamento economico è proporzionato alle prestazioni assistenziali e vengono assicurate le voci retributive previste dal CCNL della dirigenza medica e sanitaria del SSN (stipendio tabellare, indennità di specificità medica, indennità di esclusività, indennità legate alle particolari eventuali condizioni di lavoro, eventuali retribuzione di risultato, retribuzione di posizione in relazione all’eventuale incarico conferito). A partire dal terzo anno in poi, significa che sono solo i primi due anni di specializzazione che trascorri nella condizione più problematica.  Ora mi si dirà che le condizioni retributive e di trattamento in generale in Germania rimangono ancora superiori. Concordo, è però onesto nell’inquadramento generale non omettere di considerare l’introduzione di questi miglioramenti, che fin troppo spesso vengono trascurati per dar contro, in un modo un po’ troppo parziale, al sistema italiano.”

ATLS-Kurs – Advanced Trauma Life Support

Moin Moin a tutti!

Lo so, è passato tanto tempo dall’ultimo articolo, ma la mole di lavoro in ospedale è diventata parecchio elevata e non ho veramente avuto l’opportunità per dedicarmi al blog.

In questo periodo mi sto dando anche da fare per strutturare la mia Weiterbildung in maniera ottimale per quello che vorrei fare in futuro, prendendo anche delle “specializzazioni aggiuntive”, ma di questo parlerò in seguito.

Come ho scritto nell’ articolo “Die Fortbildungen” è importante seguire tali corsi di formazione, molti dei quali purtroppo, nell’arco degli ultimi anni a causa della pandemia, sono stati annullati o drasticamente ridotti di numero.

Uno dei più formativi è certamente l’ATLS-Kurs. La sigla “ATLS”deriva dalle iniziali di Advanced Trauma Life Support che significa “supporto vitale avanzato nel traumatizzato”.

È un corso di formazione intensivo che permette di imparare un trattamento adeguato e standardizzato molto utile nella prima ora dopo l’evento traumatico. Alcuni studi sostengono che questo “algoritmo” ha il massimo impatto sul risultato finale, in termini sia di mortalità che di morbilità.

È un corso che dura in Germania un paio di giorni ed è così strutturato:

  • Il primo giorno è caratterizzato dalle lezioni teoriche inframezzate da dimostrazioni pratiche e discussioni di gruppo.
  • Il secondo giorno si riassume ciò che si è visto la giornata precedente con delle esercitazioni basate su scenari clinici, seguite poi da una prova scritta e da una prova pratica finale.

Nota Bene: Per la preparazione al corso è indispensabile un accurato studio preventivo del manuale che viene fornito ai partecipanti almeno tre settimane. In Germania viene fornito esclusivamente in lingua inglese.

Il post-test scritto è costituito da 40 domande a scelta multipla; per superare il seminario è necessario rispondere correttamente ad almeno l’80% delle domande.

Sulla base delle normative anti-Covid vigenti, tutti noi eravamo divisi per piccoli gruppi, con distanziamento e mascherina.

È in sostanza un “crash course” che offre ottime skills di base, utile sia a chi lavora giornalmente in Pronto Soccorso, ma anche a chi ha intenzione di lavorare a bordo delle ambulanze o a chi vorrebbe ottenere la sub-specializzazione in “Notfallmedizin” (la Medicina di Urgenza ed Emergenza).

È stata in ogni caso una bella esperienza! Unica pecca: il costo veramente molto elevato (circa 2000 Euro)!

Gian Marco

Compleanno all’estero

L’altro giorno – l’undici luglio per l’esattezza – ho fatto il compleanno.

Da quando sono in Germania, ho quasi sempre festeggiato prendendomi un giorno di vacanza oppure un giorno di libero ottenuto usando gli straordinari.

Non poteva mancare il pacco da giù!

In genere andavo a fare una gita fuori porta in qualche città o stato vicino.

Quest’anno è accaduto inevitabile. O quasi.

Al mattino presto, mi ha chiamato il collega che aveva il turno lungo (“Langdienst”).

“Sono positivo al Covid, secondo la legge devo lasciare immediatamente l’ospedale. La collega che sta smontando dalla notte ti aspetta”.

Dopo aver elencato tutti i santi del calendario in italiano, tedesco e inglese, mi sono vestito alla velocità della luce e sono andato a lavoro.

Potete ben immaginare il mio stato d’animo, diciamo che ero abbastanza seccato (eufemismo).

Nonostante ciò e avendo bassissime aspettative, devo dire che la giornata è stata migliore di quanto avessi pensato.

Tantissimi colleghi, molti “insospettabili” tra l’altro, mi hanno fatto gli auguri.

Mi hanno chiesto ovviamente perché fossi a lavoro dato che era il mio giorno di festa e ho spiegato loro l’accaduto, scusandomi anche di non aver portato niente per un buffet.

La cosa è continuata anche nei giorni successivi.

Sapendo tutto quello che è successo, le infermiere di sala il giorno dopo mi hanno cantato “buon compleanno” in sala operatoria e l’ultimo giorno di turno lungo sono uscito molto prima del previsto.

Come si dice? Non tutti i mali vengono per nuocere.

Gian Marco

Racconti dalla Trincea – Tipi da Schlägerei

L’altro giorno è stata l’ennesima domenica passata a casa tentando di riprendermi dall’ennesimo nightshift del sabato notte.

I turni notturni si fanno ormai sempre più difficili e lunghi e, dato che per ora dalle mie parti sono frequenti gli Schützenfest (fiere tradizionali tedesche), i pazienti arrivano “a tinchitè” – termine siciliano che indica una quantità molto alta di cose o persone. In italiano standard si direbbe “un fottìo”.

Esempi di degenti del sabato notte:

  • Paziente morso dalla zecca:

non si sa dove, non si sa come, ma soprattutto non si sa perché, questo tipo di Homo Sapiens si presenta nelle ore più assurde per farsi togliere questo simpatico animaletto dagli incavi più strani del nostro corpo. Una volta un tipo non aveva di meglio da fare che mi ha aspettato per ORE proprio per farsi togliere la suddetta pulce nonostante fosse stato avvisato che sarei stato in sala operatoria per molto tempo. Si era portato perfino un libro da leggere e “salsicce in salamoia” (!).

Età e sesso di qualsiasi tipo, è il paziente più comune.

  • Lussazione di spalla o di anca:

Una delle patologie più frequenti; può essere traumatica o spontanea. Anche qui età o sesso sono molto vari.

  • Lussazione delle PROTESI di spalla o di anca:

Rara; colpisce gente sopra i 75 anni o in genere chi possiede già una protesi. La si riduce in sala operatoria e poi in genere la si sostituisce.

  • Le “frattura-lussazioni”:

Il Super Saiyan 3 delle lussazioni. Molto dolorose, devono subito essere ridotte nel giro di un’ora in sala. Spesso vengono installati dei fissatori esterni per stabilizzare meglio i vari pezzi ossei.

  • Lumbago:

cioè pazienti affetti da lombalgia cronica.

Frase tipica: “è da tre mesi che ho questo dolorino alla schiena. Dato che sono preoccupato e non ho niente da fare, ho chiamato l’ambulanza con medico del 118 annesso per farmi trasportare nel presidio ospedaliero più vicino per un controllino. Faccia presto però, stasera c’è la finale di Champions League e non me la vorrei perdere!”.

Non sapete quanto bisogno di autocontrollo ci vuole!

  • Tipi da Schlägerei:

Ovvero, i tipi usciti piuttosto malconci da una rissa. In genere hanno la testa e/o il viso feriti. Ubriachi marci, offrono tuttavia la possibilità di provare nuovi tipi di suture. O i colpi di Karate.

  • Commotio varie:

Le commozioni cerebrali sono all’ordine del giorno. In genere si dividono in:

– Pazienti anziani sotto terapia anticoagulante affetti da demenza e che si sospetta siano caduti accidentalmente dal letto.

– Pazienti molto alcolizzati, di cui non si sa quale sia stato il meccanismo dell’incidente.

– Pazienti che, dopo essere caduti, sono stati per un certo periodo incoscienti e/o hanno un’amnesia retrograda.

Tutte e tre le categorie di ricoverati di cui sopra vengono sottoposti al controllo TAC.

  • Caduta dal Trampolino:

È la causa più frequente di caduta da parte dei bambini tedeschi. Si va dal bambino precipitato da almeno 5 metri ma completamente illeso (!) a quello che semplicemente inciampando si presenta in Pronto Soccorso con le ossa del braccio completamente frantumate e/o escoriazioni sul resto del corpo o sul capo.

Dato il tipo di incidente e l’ora tarda, potete benissimo immaginare il mio desolato volto alla vista di quella bella piccola testolina pronta per essere rasata così da poter suturare con una certa maestria!

Gian Marco

L’angolo della posta – La storia di Aloy

Ricevo e pubblico:

“Caro Gian Marco,


ti ho scritto ogni tanto in questi anni e ho deciso di condividerti la mia esperienza.


Ho deciso di lanciarmi sul tedesco 5 anni fa, nel 2017, dopo un esperienza di lavoro a Bozen. Ero già specialista.


Ho studiato per 6 mesi al Goethe a Monaco, e ho passato il B2. Pensavo che fosse un enorme traguardo, ma non avevo fatto i conti con un po’ di cose: il fatto di dovermi arrangiare, anche economicamente, e di aver finito i risparmi, la fatica, e il fatto che la mia specializzazione non valeva francamente un tubo, è stata l’esperienza più deformante della mia vita.

Così, nel 2018, dopo non aver passato l’Approbation a Monaco sono tornata in Italia, e ho iniziato a lavorare.


Nel contempo ho studiato tedesco, 6 ore a settimana, con un insegnante privata.


Sono stati anni di sacrificio, duri, ma ne è valsa la pena. Testimonio che senza amici, colleghi, e una buona dose di Provvidenza Divina, non sarei andata proprio da nessuna parte. Ho investito molto sulla mia formazione medica, e mi sono sforzata di recuperare quelle lacune enormi che la mia specializzazione aveva seminato.


Ho avuto tante lacrime ma anche tante soddisfazioni e posso tranquillamente affermare che per farcela devi avere la testa veramente dura.


Poi un anno e mezzo fa ho deciso che era arrivato il momento di ripartire.


Mi sono licenziata e ho iniziato a fare guardie, per mettere da parte denaro e pagare debiti, e ho continuato lo studio del tedesco.


A settembre sono andata a Salisburgo, a Novembre ho fatto il C1, a Febbraio, dopo una Hospitation ho passato la FSP dell’ ÖAK, riconosciuta in Austria e anche in Baviera.
E niente, adesso vediamo come va.


Questi ultimi 5 anni mi hanno insegnato un po’ di cose, prima di tutto a fidarmi della Provvidenza, poi a farmi un mazzo grande quanto una casa, in terzo luogo ad avere amici.


Nonostante la durezza e la difficoltà, ne è valsa veramente la pena.


Grazie a te e a tutti coloro che condividono la loro esperienza.


Vorrei dire: se pensate che veramente questa è la vostra strada, combattete.


Ciao
Aloy”

Cara Aloy,

ti rspondo con un Pensiero di Marco Aurelio a me molto caro:

Niente accade mai che non si sia per natura capaci di sopportarlo“.

Gian Marco